Incerti su ciò che avrebbe potuto dire la critica e a un passo dal gettare la spugna, gli AC/DC tornarono sulle scene a soli sei mesi dalla morte di Bon Scott vestiti a lutto, letteralmente “in nero”, proprio come la copertina dell’album Back In Black. Raggiunto un incredibile risultato con “Highway To Hell” (1979), la band fondata dai fratelli Malcolm e Angus Young e completata dal bassista Cliff Williams e dal batterista Phil Rudd, si trovò pochi mesi dopo, nel Febbraio del 1980, a dover affrontare l’improvvisa scomparsa del cantante, avvenuta per abuso di alcool. Inizialmente Angus pensava fosse tutto finito. Grazie al sostegno di amici e famigliari e dopo numerosi provini, fu invece di Malcolm l’idea di reclutare Brian Johnson, membro del gruppo glam rock Geordie e di celebrare l’amico con un album tributo. L’idea era di portare a termine alcuni brani già iniziati con Scott, dove i fratelli Young si sarebbero occupati della parte relativa alla composizione, mentre testi e melodie sarebbero stati materia del nuovo arrivato, Johnson.
La band scelse di spostarsi alle Bahamas per registrare il disco e dovette fronteggiare problemi di ogni sorta, dalle tempeste tropicali a difficoltà di carattere tecnico, relative ad attrezzature che non arrivavano e studi non all’altezza del gruppo: il fallimento sembrava inevitabile. Nonostante tutto ne uscirono dieci canzoni perfette, i cui temi vanno dalla morte al vivere in maniera dissoluta, focalizzati in particolare su alcool e sesso; il sound unisce hard rock e blues, e i veri protagonisti sono i leggendari riff di chitarra di Angus Young. Come all’inizio di una funzione funebre, sono i rintocchi della campana a morto dell’intro di Hells Bells ad aprire il disco, che accelera subito il passo con i riff della successiva Shoot To Thrill. Per la loro costruzione, Angus affermò di essersi ispirato alla scena del triello del capolavoro di Sergio Leone “Il buono, il brutto, il cattivo” e alla soundtrack dell’immenso Ennio Morricone.
Si susseguono le allusive What Do You Do for Money Honey, Given The Dog A Bone e Let Me Put My Love Into You, fino ad arrivare all’intramontabile e potente title track, Back In Black, il cui celebre riff è costituito da tre semplici accordi ripetuti (Mi5/Re/La), e poi a un altro grande classico della band australiana, You Shook Me All Night Long. Per quanto riguarda quest’ultima, dopo aver passato un’ora davanti a un foglio bianco senza la minima ispirazione, a detta di Johnson sarebbe stato lo spirito di Scott a guidare la sua mano per aiutarlo a scriverla. Il percorso si conclude con Have A Drink On Me, Shake A Leg, e Rock And Roll Ain’t Noise Pollution, che termina con dieci secondi di silenzio per rendere omaggio ancora una volta al cantante scomparso.
Nato dal dolore e dopo tante difficoltà, “Back In Black” contiene molti dei maggior successi degli AC/DC e ha avuto un successo senza precedenti, scrivendo una delle pagine più importanti della storia del rock, influenzando generi come il trash metal e l’hair rock, che presero piede poco dopo, e band fino ai giorni nostri. Oggi come un tempo, le sue canzoni dai testi semplici risuonano grandiose nelle arene e riescono a unire le persone grazie ai loro potenti ed energici riff di chitarra.
DATA D’USCITA: 25 Luglio 1980
ETICHETTA: Albert / Atlantic