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Crazy Time, diario dalla quarantena #2

Tempi folli. Ormai lo sappiamo bene. E c’entra la quarantena ma forse anche no. Stavolta c’entrano le cover, argomento sempre molto delicato in tempo di pace, figuratevi in tempo di coronavirus in cui il nervo è senza dubbio piuttosto scoperto. È successo la settimana scorsa e l’argomento sono i Nirvana. Ecco, nel giro di pochi giorni due artisti si sono cimentati nel rifare canzoni di Kurt Cobain e compagni con risultati decisamente diversi. Vediamo.

Si parte con i Puddle Of Mudd. Per chi non li ricordasse, band di Kansas City che ha legato il proprio nome a quello del nu metal di fine Novanta/inizio Duemila. Gruppi incastrati nella letale pressa formata dal post grunge e dal cambiamento del nuovo millennio. Chitarre spesso inutilmente muscolari e incomprese, aggressività di maniera e articolazione di voci per nulla spontanee. La scorsa settimana è saltata fuori, senza un reale motivo apparente, una cover di About A Girl dei Nirvana eseguita dai PoM lo scorso Gennaio per SiriusXM. Una canzone, anno 1989, con una sua fisionomia ben precisa, con un cantato di Kurt dondolante ma ancorato a un equilibrio miracoloso. Un pezzo importante che apriva “Bleach”, il primo albo dei Nirvana, e che avrebbe segnato per sempre lo stile del gruppo: melodia spiccata ma inzuppata nel nero. Il risultato della cover dei PoM invece è agghiacciante. La performance di Wes Scantlin è horror, scadente, indecorosa. Stecca per tutta la lunghezza del pezzo e anche la band trasforma il pezzo in una stonata esibizione da pub. Uno show a tratti comico, provocatorio, certamente dissacrante.

Pochi giorni dopo, il 25 Aprile, anche Post Malone ha voluto riesumare i Nirvana. Il risultato però è stato decisamente diverso. Il rapper di Syracuse, quanto più lontano dalle sonorità di Seattle ma innamorato dei Nirvana da tempo immemore, ha deciso di proporre una sua versione di alcuni brani (tra gli altri Territorial PissingsIn BloomSomething In The Way e proprio About A Girl per un totale di quindici pezzi) che hanno attirato l’attenzione di Krist Novoselic felice di tributargli i complimenti via social. Nel set di Malone, coadiuvato alla batteria da Travis Baker dei Blink-182, c’è il fuoco. C’è il senso di un omaggio a una grande band. C’è la voglia di suonare seppur nel chiuso di una quarantena. C’è tutto quello che deve avere una rivisitazione: rispetto, amore, coraggio. E poi nel video si possono notare un bar con una gamma di liquori in bella vista e una camicia a fiori (che non perdoneremo mai a Malone) che danno il senso della sessione casalinga e godereccia di un pomeriggio qualsiasi di questi tempi folli. Qualcosa che per un po’ ci fa fare pace con noi stessi.