Tempi folli. Ormai lo sappiamo bene. La normalità è quello che agogniamo anche quando questa è tanto normale da essere “solita”. E solitamente nella normalità si nasce e si muore senza che il coronavirus si impicci anche su questi campi. Non è morto di coronavirus Florian Schneider dei Kraftwerk, ma certo è morto in periodo di coronavirus. È stato un genio del nostro tempo perché l’elettronica che ha inventato lo ha cambiato il ritmo del tempo. Ne ha mutato connotati, sconvolgendo, disturbando. Nel 1976 uno come David Bowie disse a Rolling Stone: “La mia band preferita è una band tedesca chiamata Kraftwerk”, avvalorando il sospetto che se quella band tedesca non fosse piombata sulla Terra con la sua navicella spaziale, oggi racconteremmo un altro mondo e addirittura avremmo meno elementi per leggere l’attuale folle mondo di quarantene e lockdown.
A Florian Schneider sarebbe piaciuto il nome X Æ A-12? Nome scelto dall’imprenditore visionario Elon Musk e dalla musicista canadese Grimes per chiamare il primo figlio nato dalla loro relazione. Una scelta cervellotica, folle, da “crazy time”, si potrebbe dire. L’ha illustrata la stessa Grimes su Twitter: “Allora, X è la variabile sconosciuta; Æ, la dicitura elfica di Ai (amore e/o intelligenza artificiale); A-12, il precursore dell’SR-17, il nostro velivolo preferito”. Insomma, roba alla “The Man Machine” dei Kraftwerk, concept del 1978 sulla compenetrazione tra carne e macchina. Nella title track di quel disco una voce robotica, solcando un tappeto di pulsazioni elettroniche, ripete ossessivamente il verso “Macchina umana, pseudo essere umano”. Ecco, saranno pronti i genitori di X Æ A-12 a giustificarsi con questo ragazzo, quando crescerà? Gli diranno, “amore, sai, erano tempi difficili, tempi di coronavirus, volevamo darti un nome speciale”. Si vedrà. Nascite in tempo di virus, succede pure questo. Crazy time.
Ah, per la cronaca: l’unica figlia di Florian Schneider si chiama Lisa.