Creedence Clearwater Revival, “Bad Moon Rising” (1969)
Piovono bombe in Vietnam, piove acqua colma di terra e sangue. Piovono vite. Cala la notte e sorge una Luna cattiva. Quella dei Creedence Clearwater Revival è una canzone contro la guerra. Un blues preoccupato. “Vedo sorgere una luna cattiva / Vedo arrivare problemi / Vedo terremoti e fulmini / Vedo tempi difficili oggi”. E la luna si gode lo spettacolo della distruzione.
Janis Joplin, “Half Moon” (1971)
L’amore è come una marea che s’alza – canta Janis Joplin in questo funky ubriaco. La forza gravitazionale sulla terra è il modo della Luna di attrarre a sé. E Janis lo strilla tutto il suo amore folle: “Mezza luna, notte cielo tempo, sette stelle, occhi di cielo, sette canzoni, sette mari, solo per portare il tuo dolce amore a casa per me”. Volubile, romantica, sulla scia di un’onda, bagnata dalla Luna, Janis.
Nick Drake, “Pink Moon” (1972)
Nick è depresso. Prova a nascondersi ma la dannata Luna lo segue ovunque. Secondo la tradizione cinese quando il bel satellite si tinge di rosa vuol dire che è portatore di sventura e, in due minuti di gocce di chitarra, Drake descrive la sua di sventura: “La luna rosa è in arrivo – sussurra – ci prenderà tutti”. E se lo prende per davvero in una notte di Novembre di due anni dopo, non concedendogli la fama che meritava.
Television, “Marquee Moon” (1977)
Quel riff che ronza come il volo di un moscone. Insiste. È la chitarra di Richard Lloyd che è urlante “come l’urlo di mille uccelli” (secondo la famosa definizione di Patti Smith). E poi la voce teatrale di Tom Verlaine. Marquee Moonvorresti non finisse mai, è un’avventura, è un ballo marziale bagnato dal temporale. Sapete l’unico punto in cui non batte la pioggia? Nel pezzo terra segnato dalla circonferenza della Luna, naturalmente.
Police, “Walking On The Moon” (1979)
Sting è ubriaco. Fuori dalla sua camera d’albergo c’è Monaco di Baviera. È una di quelle sere che è già tanto se si alza dal letto per pisciare. Ne stappa un’altra, poi prende il basso e inizia a dondolarci un motivetto reggae. Pensa alla ragazza di cui è cotto, Deborah, vagheggia l’amore. Essere innamorati è come camminare sulla Luna: saltelli leggeri, senza controllo, rimbalzi, groppo in gola. La sua Luna è conquistata.
Echo & The Bunnymen, “The Killing Moon” (1984)
Contenuta nel disco “Ocean Rain”, è il viaggio di Ian McCulloch tra sogno e inquietudine. Una barchetta è attirata al suo cospetto da una Luna enorme e maligna. È un richiamo pericoloso, liquido, traditore. È una sirena di Ulisse, ma più mostruosa, che attira a sé e uccide. È l’amore, la morte. Il Fato. Magnete.
Neil Young, “Harvest Moon” (1992)
La Luna del raccolto che Luna che è! Rotonda, piena, fresca d’autunno. Quando arriva, tutto appare più magico. Neil Young racconta la magia di certa luce d’equinozio. Racconta dell’amore da consumare ai piedi di una Luna benevola che presta la coda del suo vestito agli amanti come pedana per un ballo notturno.
R.E.M., “Man On The Moon” (1992)
La verità e la finzione. La scatola televisiva e l’inganno. Andy Kaufman e la sua arte della comicità. Michael Stipe e compagni giocano con la vita del famoso comico statunitense in questa ballata a tratti country. L’uomo sulla Luna è un gigantesco bluff? Andy è un grande bluff? Si ride per non piangere? Dove sta la verità?
The For Carnation, “Moonbeams” (2000)
Il modo di cantare di Brian McMahan è unico. Quel suo trascinare le parole sulle note. Come quando un poeta strofina la penna sul foglio. Ogni poeta che si rispetti si rivolge alla Luna. E lo fa pure Brian che scrive una storia triste rischiarato appena da pochi raggi di Luna. E si sente bene, perché la tristezza sa essere salvifica alle volte.
Radiohead, “Sail To The Moon” (2003)
Si punta alla Luna, si rimane bruciati dal Sole, si cade di nuovo verso le stelle. La politica è tutta qui. La racconta Thom Yorke sopra un tappeto di pianoforte e a cavallo della canzone più straziante di un disco deluso, arrabbiato, offeso come “Hail To The Thief”. Ci vorrebbe sempre un uomo sulla Luna per distrarsi da tutto.