Dopo due lavori in cui aveva messo a punto le sue strabilianti doti, “Are You Experienced” e “Axis: Bold As Love” (entrambi del 1967), Jimi Hendrix era ormai nelle condizioni di poter definitivamente spiccare il volo come compositore di musica e non soltanto come virtuoso della chitarra. Chiuso in studio tra New York e Londra, a cavallo tra 1967 e 1968, Hendrix e la sua band pongono così le basi di un ambizioso doppio LP in cui condensare il meglio di quanto fatto fino a quel momento: il risultato è Electric Ladyland, disco frutto di una maniacale fase di realizzazione (centinaia le take registrate da un perennemente insoddisfatto Hendrix) e del continuo assecondarsi di ospiti e amici in studio. La tracklist è varissima e pesca a piene mani in tutte le influenze di Hendrix: il blues più classico di Have You Ever Been (To Electric Ladyland) a quello dilato ed epocale di Voodoo Chile, la psichedelia acidissima di Burning Of The Midnight Lamp e quella schizofrenica di 1983… (A Merman I Should Turn To Be), i tuoni rock di Crosstown Traffic e la rumoristica e cerebrale House Burning Down, l’incedere un po’ funk di Gypsy Eyes e, per finire, la devastante cover della All Along The Watchtower di Bob Dylan, a detta dello stesso menestrello di Duluth persino migliore dell’originale. Hendrix raggiunge il suo scopo partorendo il capolavoro fortemente voluto, che rappresenterà anche il testamento artistico di un genio che neanche due anni dopo si sarebbe dissolto in quella stessa foschia rosso porpora che ne aveva avvolto la vita.
DATA D’USCITA: 16 Ottobre 1968
ETICHETTA: Reprise / Track / Polydor