Il contributo dei Mogwai alla genesi e all’evoluzione di quella frangia sonora comunemente denominata “post rock” è racchiuso essenzialmente in tre mastodontici album: il loro esordio del ’97, “Young Team”, con cui la formazione scozzese diede il proprio seminale apporto alla scrittura del decalogo del genere, fatto di cavalcate imperiose, climax da pelle d’oca e chitarre affilate come lame; poi “Rock Action” nel 2001, la dimostrazione che anche in quel groviglio rumoristico la melodia poteva e doveva fare la sua parte, la nuova strada imboccata dalla band per il proseguimento della propria carriera. Nel mezzo, esattamente nel mezzo sotto ogni punto di vista, c’è Come On Die Young. Rispetto al debutto, i Mogwai di fine millennio tolgono il piede dall’acceleratore e si immergono in un fluido scurissimo che finisce per soffocarli: brani come Helps Both Ways, la splendida Kappa e soprattutto May Nothing But Happiness Come Through Your Door e Christmas Steps, prendono gli insegnamenti lasciati dai maestri Slint con il loro masterpiece “Spiderland” e li applicano alla forma Mogwai, rallentamenti da vita che si spegne, litanie cupe, strutture essenziali e malinconia dilagante. Ed è in Cody, la quasi-title track (acronimo del titolo dell’album), che questa malinconia si fa manifesto, una ballata da brividi che toglie il fiato ancora oggi dopo vent’anni, la canzone più canzone della tracklist che si contrappone alla vena più muscolare e sperimentale di altri episodi come Year 2000 Non-Compliant Cardia ed Ex-Cowboy. All’interno dello stesso album i Mogwai riescono così a costruire un altissimo muro emozionale salvo poi abbatterlo a picconate, marchiando a fuoco tanto la loro parabola artistica quanto quella dell’intero genere di riferimento.
DATA D’USCITA: 29 Marzo 1999
ETICHETTA: Chemikal Underground