Ask
The Smiths
Singolo, 1986
Nel giurassico della musica di trent’anni fa l’uscita di un singolo era il momento in cui il tempo si fermava. Era la sorpresa di nuova musica che si palesava. Era il colpo di scena che non t’aspettavi. Quando esce Ask, l’album “The Queen Is Dead” ha alle spalle già quattro mesi. E allora perché gli Smiths tirano fuori un singolo a così poche settimane dal disco? Forse perché le chitarre cristalline e l’ingenuità del brano male si sposavano con l’oscurità di TQIS, forse perché Morrissey questo pezzo ce l’aveva incastrato nella manica come un asso. Fatto sta che Ask è una canzone che racconta il pop inglese come poche altre. La leggerezza delle piccole inquietudini, le ombre sparse del quotidiano, un ragazzino chiuso in se stesso che non vuole buttarsi a capofitto sulla vita. “Se c’è qualcosa che ti piacerebbe provare – insinua equivoco Morrissey – chiedimelo, non ti dirò di no, come potrei?”. “Chiedimelo, chiedimelo, chiedimelo”, al bando la timidezza, al bando il chiuso della cameretta. L’amore, il sesso, vanno vissuti come una bomba (Steven ripete questa parola ben quindici volte). Uno shock di sensi. E in quel “nanananana” del finale c’è la luce dell’adolescenza, l’incontro goffo di corpi nudi, la scoperta che la vergogna è vita e il pudore, invece, è morte. Voce del verbo Morrissey, naturalmente.