Baby Lemonade
Syd Barrett
“Barrett”, 1970
Hey, Syd! Nuota Syd! Non è acqua di piscina quella, è limonata! Servono bracciate più vigorose. Esci dal bicchiere, Syd! Lo zucchero e il limone potrebbero scolorirti i capelli. Che fai Syd? Che c’entra ora? Dove vai? Syd Barrett muove le braccia. È in apnea da un paio d’anni. Un’enorme limonata è il suo mondo. La musica è distorta e ha il sapore aspro di limone. Lo si vede lì, in sala di registrazione, con due occhi da doppio fondo e un sorriso da idiota. La barba sfatta, i capelli impastati di gelatina. I suoi ex amici David e Richard lo aiutano, lo richiamano in continuazione. Hey Syd! Ci sei Syd? Parti Syd! Syd è un bambino-limonata. Fuori la città è grigia ed è triste come in ogni Febbraio che si rispetti. Piove, la gente sembra robot con mani d’acciaio: normale, come in ogni Febbraio che si rispetti. Ma improvvisamente lo studio si apre in quattro come un set teatrale: il tetto salta, le pareti cadono. La terra fluttua, il ghiaccio si frantuma, filtra della luce gialla, un corteo di pagliacci si muove al ritmo di tamburi impazziti. Sono così pomposi e ridicoli quei pagliacci! E Syd ora appare meno strano, nessuno fa più caso al suo ghigno da cappellaio matto. Syd sguazza nella limonata, è un pesce, è un drogato, un ragazzo. È comunque uno che ha il coraggio di mostrare quello che è.