Cure For Pain
Morphine
“Cure For Pain”, 1993
Quando ti chiami “uomo di sabbia” sai che il tuo cuore è ricoperto da una patina impermeabile. Sai che per uscirne serve un’impresa, serve una pioggia forte che sciolga i grani, dilati i chicchi, sbricioli la coltre. Quando ti chiami Mark Sandman e il tuo volto è la sintesi di una tempesta agli sgoccioli, sai che per venirne fuori serve che un moscone si poggi, fuori stagione, fuori luogo, sulla tua spalla e che emetta il suono di un sassofono. Tu quel moscone lo segui, lo segui giù per la strada, lui ti segna il cammino come una cometa, attraversa qualche ponte, si spinge verso la collina e poi s’infila in una grotta. Tu ci entri perché ti chiami “uomo di sabbia” e sai che per tornare alla vita hai bisogno di una cura per il tuo dolore. Una cura che non abbia la forma di un cocktail di pillole. Una cura che prenda le sembianze di una bella donna saggia nascosta tra le rocce. “Dov’è la fede?” – ti domandi con le mani strette sulla faccia. “Dov’è il gusto?” – ti arrovelli. Il moscone poi se ne va e ti lascia solo. Perché devi farcela da solo. Ma la sabbia si è asciugata e s’è fatta più dura. Il cuore è di nuovo un sasso. Hai le scarpe piene di terra. Quando ti chiami Mark Sandman con un cocktail di pillole, ingollato in un secondo uno, ci fai pure un brindisi.