I Am A River
Foo Fighters
“Sonic Highways”, 2014
Le città hanno limiti. Tangibili. Ci sono le montagne a sbarrarti la strada, c’è il mare ad affondarti i piedi. C’è un’autostrada a snodarsi verso il deserto o le colline a perdita d’occhio. Solo poche città non conoscono confini. Perché iniziano dove finiscono, perché hanno sempre una nuova prospettiva e vivono di continue sorprese. New York è una di queste e Dave Grohl lo sa bene, curioso com’è. Dave sa che non è possibile capire dove inizia e finisce la grande mela e ha scoperto che sottoterra un fiume la percorre in lungo e in largo. Il Minetta Creek, torrente di tre chilometri e mezzo sotto le strade di Manhattan, è un cuore sepolto. I Foo Fighters gli dedicano un pezzo epico armato di un concetto molto semplice: non si è quel che si è, si è quel che si diviene. Come una città: scorre, non è mai statica, in superficie ma anche nel profondo. La canzone è una piena di sette minuti di chitarre, orchestra e con l’urlato di Grohl che sembra voler raggiungere ogni donna e uomo di New York, ogni isolato, ogni ponte, qualsiasi finestra, qualsiasi corsa in taxi.