Just Like Honey
Jesus And Mary Chain
“Psychocandy”, 1985
Quando arriva l’ape regina il mondo si ferma. È un suono vibrante ad annunciarla, è il suo portamento da diva: è il richiamo, è il miracolo della natura. La regina è l’universo intero, è quanto di più si possa desiderare, è il sogno, il culmine. In un disco polveroso di elettrodi come “Psychocandy”, Just Like Honey da parte dei fratelli Reid racconta il baratro della perdizione, l’amore più irrazionale, più intimo, quello mosso da pulsazioni folli e intrecciato di fasce nervose, testosterone, chimica. La regina è lì, incantevole. È ricoperta di miele, bagnata, effonde eroticamente il suo richiamo. Il povero innamorato ai suoi piedi, ridotto a schiavo, “giocattolo di plastica”, è pronto a tutto pur di succhiare un po’ del suo nettare, “perfino a mangiare i rifiuti”. È un’immagine blasfema quella descritta dai Jesus And Mary Chain, un salto nel vuoto nello strofinio più peccaminoso. Un tamburo segna il respiro, le chitarre sono vaporose, i cori sono malati, quasi orgasmici. L’ape è una dea, ma anche la più spinta delle puttane. “Lei si prende metà del mondo e sale alta verso il cielo, è così viva!”. E il mondo è ai suoi piedi perché lei è dolce. È dolce. Proprio come miele.