Non-Alignment Pact
Pere Ubu
“The Modern Dance”, 1978
Scappa via. Con i suoi jeans attillati sporchi di grasso. Con il suo berretto di lana grezza. Lei danza, saltella sulle dita con una velocità impressionante, sembra un grillo, sembra una molla. Dietro, le fabbriche di Cleveland spandono miasmi terrificanti, emettono rumori laceranti, fischi, sbuffi, clangori metallici: una sorta di inferno moderno. Ma lei scappa via. Sembra un angelo, un angelo vestito da operaia. È una stella cometa. È l’ultima speranza per noi schiavi del lavoro pesante. Siamo annebbiati dai fumi, le nostre percezioni sono drogate dall’olezzo e dal calore infernale dei macchinari. Ti stringi le orecchie per non diventare pazzo, tiri su la mascherina per non piangere sangue, dentro ai polmoni ristagna il fondo amaro di materiali tossici. Ma poi spunta lei, indossa punte da ballerina e vola sopra le presse, s’inerpica sui torchi, fa girotondo sulle ciminiere. Lei non si allinea, si muove sul confine. Lei ha detto no a quella vita. Viva la liberta! Ma lei non esiste, è solo un miraggio. Lei è un angelo. SWIIIIIISH. Rumore acuto, penetrante, insistente. Una sirena rompe gli indugi. Tutti in fila come caproni. La pausa pranzo è finita.