Storm
Godspeed You! Black Emperor
“Lift Your Skinny Fists Like Antennas To Heaven”, 2000
Sbatte una serranda. Senti un flusso di aria fredda che s’incunea. Senti del brusio nei piani superiori. Senti un cane che abbaia, un bambino che urla, un tintinnio di vetri. Senti che qualcosa nello stomaco si muove. Senti il tuo corpo che cambia, s’affloscia. Senti il frastuono che s’avvicina, s’avvicina sempre di più, come una valanga. T’affacci alla finestra, fuori non c’è nessuno, non succede niente, solo qualche foglia marrone a divertirsi in piroette vanitose. Poi, fuori, qualcuno inizia a correre con scatti che neanche sapeva di avere nelle gambe. Poi qualcuno mette in moto un’auto e s’allontana rapidamente lasciandosi alle spalle tutto. Poi capisci che quello è un momento diverso dagli altri, un momento in cui vanno prese delle decisioni, tagliato dei rapporti, vinto dei pregiudizi. Non ci sono tanti momenti come quelli e quindi vanno assecondati. Sbatte un’altra volta la serranda, stavolta più forte. Sale il vento, pompa il turbine, scende l’acqua, scarica il risentimento, friggono gli alberi, vola il passato, schiaffeggia il presente. Ti tieni il cuore, muovi i piedi da dentro le scarpe, una goccia ti finisce sulla guancia, sembra pianto. È l’inferno! Ed è bellissimo! Chi sono io? Sono un diavolo? Ancora di più, dai! Butta giù! Non ho paura! Sono qui! Non mi vedi! Hey!?! Perché ti stai fermando? Cosa succede? Non ti fermare ti prego! Ti sfido! Ora hai gli occhi spiritati. Ora torni in te stesso. Ora il corpo s’affloscia. I muscoli si sciolgono. Chiudi le finestre. Torni a letto. Credete davvero che una tempesta sia solo una tempesta?