Teen Age Riot
Sonic Youth
“Daydream Nation”, 1988
C’è questa candela. Fina, bianca. E questa fiamma. Fragile, lumicino. La copertina di Daydream Nation è tutto un programma. Per la precisione è un quadro di Gerhard Richter a cui i Sonic Youth affidano, nel 1988, la cover del loro disco capolavoro. Quella candela è la condizione umana, la fiamma la speranza. Il monocromo di fondo: la politica. Eccolo il pessimismo dei ragazzi sonici ed ecco che Teen Age Riot è il giro di vite su una stagione disarmante. Il pianto di chitarre elettriche. La grattugia che anella fuori frammenti di verità. Il pezzo è veloce, distorto, distonico, ha l’ambizione di fungere da sveglia, da allarme, sirena. Ragazzi, svegliatevi! Scendete in strada! Ma lo vedete cosa sta succedendo? “Tutti parlano del clima di tempesta, è per che cosa è fatto un uomo se non per capire se è vero?”. “Siamo alla ricerca di un uomo che possa aprire una mappa e vedere cosa c’è tra l’uno e il due”. I particolari, i nodi dove si nasconde la verità. I grumi. Qualcuno deve scuotere gli altri. Serve qualcuno, un uomo illuminato. Magari in uno studio enorme, vestito da santone, “con una parete di casse Marshall alle spalle”. Un J Mascis, praticamente.