Wooden Jesus
Temple Of The Dog
“Temple Of The Dog”, 1991
È un mistero, la fede. Si può stringere un crocefisso di legno fissando Gesù negli occhi e provare a richiamarla. Oppure rivolgersi a una Maria di porcellana alla ricerca di un segnale da lei. La fede è un mistero a cui i suoi feticci non sempre rendono giustizia. Quando i Temple Of The Dog si formano, ancora nei loro stomaci si muove certa disperazione e certa rabbia. Andy Wood se n’è andato nel modo in cui nessuno si aspettava: con una macchina da staccare per evitare ogni altro accanimento terapeutico. E i Temple Of The Dog si formano proprio per dare giustizia a quell’amico supersonico che meritava di dimenarsi ancora per un po’. Questo pezzo, che è un blues marcio e decadente, apre la via a certo rock degli anni Novanta, grazie a quell’andamento melodico improvvisamente spezzato dall’urlo. L’urlo, disperato, è il tratto di quegli anni. L’urlo di Chris Cornell. L’urlo di chi non ci sta. Di chi sfida il destino con tutta la rabbia che si ha. Andy non c’è più esattamente come la fede di chi resta a terra.