Mancava una biografia del genere. Mancava proprio un volume, in italiano, che descrivesse così bene e nel dettaglio la storia dei Nine Inch Nails e – inevitabile conseguenza – del deus ex machina Trent Reznor. Perchè i NIN sono Trent Reznor e Trent Reznor è i NIN, due vite coincidenti e sovrapposte, raccontate dall’autore Giovanni Rossi con una dovizia di particolari più unica che rara. La forza propulsiva dell’opera di Rossi, però, non sta tanto negli aneddoti riportati che, benché numerosi e interessantissimi, erano per gran parte già noti. Quanto piuttosto nello sforzo immane (e riuscitissimo, aggiungiamo) di tratteggiare il carattere di Trent Reznor, l’indole di un uomo sempre in bilico fra genialità e crisi espressiva, fra l’amore per la musica e l’autodistruzione, fra la luce e le tenebre più profonde. La non limitazione alla mera riproposizione cronologica degli eventi è davvero il punto forte di questa pubblicazione: ogni scelta artistica e di vita di Reznor viene qui filtrata come se a parlarne fosse lo stesso protagonista.
Il ritratto che ne viene fuori è quello di un uomo vero, sincero e profondamente legato alla propria vita tanto artistica quanto privata, che trova la forza per non precipitare nel baratro della depressione – e di lì chissà dove – aggrappandosi all’ultimo spuntone di roccia prima del dirupo: la musica. Dalle esperienze degli esordi al primo contratto discografico, dal successo di “Pretty Hate Machine” al capolavoro “The Downward Spiral”, dall’incontro/scontro con Marilyn Manson ai tetri messaggi di “The Fragile”, dalla tossicodipendenza alla rinascita e quindi a “With Teeth”, dalla consapevolezza della propria ritrovata forza alla totale immersione in ogni forma possibile di tecnologia, dalla conquista dell’Oscar per la colonna sonora di “The Social Network” in coppia con Atticus Ross al nuovo progetto How To Destroy Angels, “Nine Inch Nails – Niente mi può fermare” racconta la storia di colui che può essere annoverato senza timore di smentita fra le più grandi personalità rock di sempre.
E lo fa grazie a un certosino lavoro di raccolta di testimonianze più o meno dirette, la maggior parte delle quali dello stesso Reznor, altre per bocca di chi gli è stato accanto durante la lunga parabola dei Nine Inch Nails e oltre: il compagno della prima ora Chris Vrenna, l’idolo divenuto amico David Bowie, i registi David Lynch e David Fincher, il produttore-guru Rick Rubin e via discorrendo. Particolare attenzione viene posta sull’aspetto “geografico”, sulla natia Mercer e il suo status di provincia meccanica, su Cleveland e le motivazioni che spinsero il giovane Reznor ad optare per quella città piuttosto che per ben più blasonate metropoli, su New Orleans e l’abisso della droga, su Los Angeles e i lustrini solo superficiali dello star system, con una pregevole capacità di sviscerare ogni piccola mutazione dell’animus di Reznor legata alla sua “casa” temporanea.
Anche musicalmente parlando il volume è quanto di più approfondito si possa trovare riguardo i Nine Inch Nails: ogni lavoro è commentato brano per brano, con tanto di sottolineatura del fil rouge concettuale che unisce le tematiche più ricorrenti del songwriting, a partire da quel “niente mi può fermare” che dà il titolo al libro e si ritrova di frequente nelle lyrics di Reznor. Le 456 pagine che compongono questo “Nine Inch Nails – Niente mi può fermare” diventano così il vademecum ideale per quanti avessero voglia di non limitarsi al puro e semplice ascolto degli album, una vera e propria opera magna indispensabile per cogliere in pieno il significato dell’intera produzione firmata NIN e andare oltre le analisi spesso superficiali riservate al lavoro e alla personalità di Trent Reznor. Imprescindibile.