Home EXTRA ANNIVERSARI Primus: 30 anni di Sailing The Seas Of Cheese

Primus: 30 anni di Sailing The Seas Of Cheese

Quel folle genio di Les Claypool non ha mai amato le categorie e le compartimentazioni, per questo vedere ovunque la definizione “funk metal” affibbiata ai Primus non gli andava giù, e lo sottolineò fin dai tempi del sophomore Sailing The Seas Of Cheese,in un’intervista per la rivista australiana Hot Metal, con queste parole: “We’ve been lumped in with the funk metal thing just about everywhere. I guess people just have to categorise you”. E in effetti dietro al progetto di Les, Larry LaLonde e Tim “Herb” Alexander (all’epoca appena subentrato nella band al posto di Jay Lane), oltre al funk c’era veramente molto di più: heavy e thrash metal, il rock progressivo dei Rush e dei King Crimson, la satira e le sperimentazioni di Frank Zappa, l’arte visuale e le avanguardie surreali che traevano ispirazione dai Residents.

Nella breve intro Seas Of Cheese si parla proprio di conformità, invitando l’ascoltatore ad uscire dalla propria comfort zone e provare qualcosa di nuovo, mentre nella seguente Here Come The Bastards subentra la questione legata al “sentito dire” e alla diversità che spaventa, favorendo tutto ciò che è anonimo e grigio, approvato e quindi ritenuto sicuro. Il disco ingrana con la pesante Sgt. Baker,il cui punto di vista è quello di un sadico sergente, citando apertamente “Full Metal Jacket” di Kubrick, e aumenta la posta in gioco con i riff di chitarra e il basso frenetico in sottofondo di American Life, satira sul sogno americano.

Vi sono poi la degenere Jerry Was A Race Car Driver, primo singolo pubblicato nonché uno dei pezzi migliori dell’album, nel quale il trio dà un assaggio di ciò che è in grado di fare, concretizzando il tutto con la grandiosa Tommy The Cat, una delle tracce più popolari del gruppo e complesse in termini di passaggi strumentali, la cui parte di spoken word è stata interpretata da Tom Waits. Standard, regole, isolamento sociale e una chitarra distorta sono al centro di Eleven, mentre la successiva Is It Luck? aumenta a dismisura il ritmo e ha come grandi protagonisti i riff di batteria di Herb. C’è spazio anche per assurdità non meglio definite come l’intermezzo Grandad’s Little Ditty o la strumentale Sathington Waltz, per poi passare alla tagliente Those Damned Blue-Collar Tweekers, chefa riferimento all’uso di metanfetamina diffuso tra la classe operaia di manovali: non si tratta di un brano denigratorio, ma di qualcosa che riguardava molto da vicino l’ambiente in cui Les è cresciuto, in uno dei sobborghi della East Bay.

Le battute finali sono riservate alla lunga Fish On (Fisherman Chronicles, Chapter II), seguito della canzone “John The Fisherman” inclusa nel primo album “Frizzle Fry” (1990), e alla demenziale Los Bastardos, il cui titolo parodia “Los Endos”, traccia conclusiva di “A Trick Of The Tail” (1976) dei Genesis, che si ricollega alla seconda canzone del disco e ospita molti altri musicisti, tra cui figurano il batterista Jay Lane, Mike Bordin dei Faith No More, Tony Chaba e Mirv Haggard dei Limbomaniacs, incorporando inoltre i sample di una nota sitcom anni Ottanta, “The Young Ones”.

I mari di formaggio (condito da citazioni pop) di “Sailing The Seas Of Cheese”trascinano l’ascoltatore in un vortice di follia, alienazione e sana satira, e ancora oggi, dopo ben trent’anni, è avanguardia non solo per i virtuosismi e i vari giochi di prestigio che hanno influenzato e gettato le basi per molte band nu metal, ma anche per la sfacciataggine con cui alcuni temi come pregiudizio e diversità in generale vengono esposti al pubblico.

DATA D’USCITA: 14 Maggio 1991
ETICHETTA: Interscope

Martina Vetrugno
Studentessa di ingegneria informatica, musicofila, appassionata di arte, letteratura, fotografia e tante altre (davvero troppe) cose. Parla di musica su Il Cibicida e con chiunque incontri sulla sua strada o su un regionale (più o meno) veloce.