Quando nel 1991 esplose definitivamente il fenomeno grunge, con l’uscita di “Ten” dei Pearl Jam, “Nevermind” dei Nirvana e “Badmotorfinger” dei Soundgarden, gli Screaming Trees erano in circolazione da un bel po’ e avevano già alle spalle cinque album, compreso quel “Uncle Anesthesia” che, pubblicato proprio a Gennaio 1991, toccò solo per la tangente la deflagrazione del rock targato Seattle di quell’anno. Gli Screaming Trees venivano, sì, dallo stato di Washington, ma non da Seattle bensì dall’ancora più isolata e periferica Ellensburg, con un frontman, Mark Lanegan, teppista strappato alla strada, schivo e orso come pochi. Per il successo e i grandi numeri, così, gli Screaming Trees dovettero aspettare che i colleghi aprissero la strada: il risultato fu Sweet Oblivion, album molto meno ruvido di quanto fatto fino a quel momento dalla band, trainato dal singolo Dollar Bill e, soprattutto, da Nearly Lost You, finita anch’essa nella soundtrack di quell’amplificatore del grunge che fu “Singles”, il film cult di Cameron Crowe del 1992. Il lavoro dei fratelli Gary Lee e Van Connor produce le melodie più potabili di una discografia fino a quel momento parecchio pesante, con in sottofondo il perfetto immaginario grunge (droga, alcool, fumo, depressione e malinconia dilagante) impersonato dalla figura di Lanegan. Gli Screaming Trees fanno centro e raggiungono l”apice della loro carriera sotto tutti i punti di vista, sebbene da quello strettamente commerciale “Sweet Oblivion” rimarrà distante, molto distante dagli album epocali di Pearl Jam, Nirvana e Soundgarden citati sopra: sarà, nella sostanza, il meraviglioso canto del cigno della band, nonostante l’ultimo stanco tentativo fatto nel 1996 con “Dust”.
DATA D’USCITA: 8 Settembre 1992
ETICHETTA: Epic