Si tratta di una trilogia a tutti gli effetti (il secondo e terzo episodio sono stati girati in contemporanea), brillante sia per quanto riguarda la qualità che le modalità di promozione. Solo per questo motivo Smetto quando voglio potrebbe essere considerato un prodotto altamente innovativo per la cinematografia italiana: in questo secondo capitolo si vira brillantemente verso l’action movie, con un’insolita e piacevole attenzione per i particolari, che siano essi un delizioso videogame lanciato pubblicato durante la fase di lancio del film o la colonna sonora.
Noi ovviamente ci soffermiamo su quest’ultima, e la promuoviamo a pieni voti. C’è un perfetto equilibrio tra le musiche originali di Michele Braga (eccellente la quasi conclusiva “Sul tetto del regionale alle 6 di mattina”) che strizzano un occhio al sound dei poliziotteschi anni ’70 e brani già conosciuti, perfettamente pertinenti alle rispettive scene del film: si va dal punk degli Interrupters al glam rock dei romanissimi Giuda passando per Mozart e i Kasabian. C’è speranza dunque nel cinema italiano, anche per i prodotti più leggeri: bene così.