La musica di Yorke e soci opponeva una resistenza irrequieta, posta in uno scenario di sconfitta già consumata, e in conseguenza di ciò capace di mettere in scena su quello stesso scenario la persistenza – assieme disperata e combattiva, cruda e melodrammatica – del fattore umano. La loro si profilava quindi ai miei occhi come una sorta di distopia umanistica, che me li rendeva uno degli eventi rock più sostanziosi e urgenti in cui potessi imbattermi.
C’è una data precisa da crociare sul virtuale calendario del rock per capirci qualcosa del suo crepuscolo: Ottobre del 2000. Quel giorno nei negozi di dischi (sì ancora ce n’erano a bizzeffe) usciva “Kid A” dei Radiohead e quel giorno, giunti alla traccia numero quattro How To Disappear Completely, qualcosa di straniante s’incuneò nelle orecchie degli ascoltatori, sinistro come una lingua che non capisci. Scomparire, completamente. Nessun volto, nessuna faccia. Il rock dei frontman scaricato in un nanosecondo. Archi, disperazione, fumo, nero. Un anti inno. Il rock del passaggio di millennio è un bug del sistema e i Radiohead sono la siringa di vetro ghiacciato che lo inocula.
Stefano Solventi (Sentireascoltare, Il Mucchio Selvaggio) non è un giornalista musicale qualsiasi, è uno che nelle cose ci entra col rischio di farsi male. Nel suo nuovo libro The Gloaming. I Radiohead e il crepuscolo del rock, infatti, non ha paura di affrontare il salto nel buio di una band che quel crepuscolo lo ha vaneggiato, ci si è avvicinata, lo ha idealizzato, mai temuto. Materiale viscoso, cangiante, in cui lo stesso Solventi rimane intrappolato tra episodi personali e cronache musicali. Una storia che parte solida ad Oxford ma che si fa rarefatta come gli arcobaleni pixelati di “In Rainbows” (il disco del 2007 in cui Thom Yorke e soci scompaginarono il mercato del disco).
Nel mezzo situazioni, musiche, racconti che ci dicono che i Radiohead sono (stati) molto di più di una band, ma veri e propri vaticinatori di un mondo che cambiava connotati. “The Gloaming”, quindi, non è una biografia e basta, è una cavalcata s’un paradigma messo in discussione e poi superato. La tecnologia, internet, la musica elettronicamente distante hanno chiuso un’epoca e ne hanno aperto un’altra. I Radiohead, lì in mezzo, sono sacerdoti di verità, maghi di Oz nascosti dietro a uno schermo protettivo.
Nel frattempo morivano martiri (Kurt Cobain), si scioglievano band, passavano mode, musiche e città. Nel frattempo gli anni Novanta divampavano come un falò, ma si essiccavano in un terribile fumo grigio. Tra le pagine di Solventi si racconta una piccola storia che si appoggia a un’altra più grande. Una lago nero dove nuotano strani pesci e in cui si rischia di scomparire. Completamente. Ma il crepuscolo annuncia sempre un nuovo giorno.