Non tutti sanno che alle origini del rock inglese e soprattutto del mito dei Led Zeppelin ci sia il progetto Yardbirds, gruppo early sixties che ha lanciato tre dei più grandi chitarristi della storia: Eric Clapton, Jeff Beck e ovviamente, in ultima battuta, Jimmy Page. Roger The Engineer, inizialmente intitolato semplicemente “Yardbirds” e conosciuto anche come “Over Under Sideways Down”, è il primo album in studio della band ad uscire in UK e il terzo ad essere pubblicato negli States, la formazione dell’epoca è una delle più prolifiche, composta dalla voce malinconica di Keith Relf, Jeff Beck e Chris Dreja alle chitarre, il bassista Paul Samwell-Smith e Jim McCarty alla batteria. Unico disco a contenere solo materiale originale, deve il suo titolo all’ingegnere del suono Roger Cameron, raffigurato anche sulla copertina in una caricatura realizzata da Dreja.
Molto del suo successo e conseguente eredità musicale sono dovuti all’estro di Beck, al suo modo di suonare e al saper sfruttare quel poco che offriva il mondo dei guitar effects al tempo (in particolare l’uso del fuzz), ne sono la prova la strumentale Jeff’s Boogie, come le tracce cardine dell’album Over Under Sideways Down e The Nazz Are Blue, nelle quali domina la scena in modo incontrastato, la trascinante Rack My Mind e la scatenatissima Lost Woman, dove sgomita per farsi spazio tra l’armonica di Relf e drumming serrato di McCarty. Nel disco c’è spazio anche per la parentesi folkeggiante di I Can’t Make Your Way, il breve piano blues di Farewell e i ritmi esotici di Hot House Of Omagarashid.
Vi sono poi i riff più duri che aprono le porte all’hard rock e all’heavy metal di He’s Always There, seguiti dai cori dell’eterea Turn Into Earth, mentre ritorna in scena la commistione tra beat e blues con la chiusura affidata a What Do You Want ed Ever Since The World Began. Il 1966 per gli Yardbirds è un anno importante, poiché a pochissima distanza dalla pubblicazione dell’album, con l’arrivo di Page, viene registrato il singolo “Happenings Ten Years Time Ago”, piccolo trionfo psych rock (e altro prototipo heavy metal) con John Paul Jones al basso, incluso nelle successive release di Roger, così come la hit dinamica “Stroll On”, sfornata appositamente per la comparsata della band in “Blow Up”, intramontabile capolavoro di Michelangelo Antonioni.
A tratti imperfetto, ma incredibilmente innovativo e manifesto del sound e della virtù creativa della Swinging London, “Roger The Engineer” rappresenta un passaggio fondamentale della storia della musica a cui dobbiamo veramente molto: nelle sue tracce “hard beat” ad alto volume, blues, r’n’b, psichedelia e rock’n’roll si sono incontrati per dare vita e ispirazione alla grande generazione rock di Cream, Led Zeppelin, Free, Deep Purple e tantissimi altri fino ad oggi.
DATA D’USCITA: 15 Luglio 1966
ETICHETTA: Columbia