10-03-09: Approfittando del “piccolo concerto a sorpresa” – così come si chiama l’intero tour – a supporto di “Piccola Faccia” (album acustico) ed in programma per il 13 Marzo alla Sala Lomax di Catania, Il Cibicida, in collaborazione con Radio Zammù, ha chiacchierato telefonicamente ed in diretta radiofonica con Cristina Donà, disponibile come sempre a rispondere alle nostre domande. Qualche curiosità proprio sulla sua uscita discografica più recente, un commento sull’ultima collaborazione con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro ed un altro sul binomio Afterhours/Sanremo sono gli argomenti dell’intervista che vi presentiamo. Buona lettura.
Domanda: Com’è nata la decisione, la necessità, di un tour acustico e prima ancora quella di pubblicare un album chitarra/voce come “Piccola Faccia”?
Cristina: Diciamo che la dimensione chitarra/voce, chiamiamola così, o acustica, è una dimensione che mi appartiene molto e che credo appartenga molto anche ad alcuni miei colleghi, perchè è il modo che ho usato per esibirmi sul palco agli inizi della mia carriera. Le canzoni nude e crude, così come nascevano nella mia stanzetta, ripresentate al pubblico proprio in quella versione. Quindi c’è sempre un legame molto profondo, che io ho voluto riprendere e mettere “nero su bianco” su un cd – anche se poi si tratta di digitale, di tanti numeri più che di “nero su bianco” – pubblicando “Piccola Faccia”, che è un cd se vuoi antologico ma anche una rivisitazione, una presentazione dei brani già editi in quella formula che dicevamo. Il desiderio, poi, di ripresentare quella atmosfera dal vivo c’era fin da quando è uscito l’album, solo che non è stato possibile realizzare subito un tour di quel tipo perchè c’era ancora la scia, chiamiamola così, della promozione live de “La quinta stagione”, quindi con la band e tutto quanto, che è andata avanti anche nell’estate del 2008. E comunque ci sembrava più idoneo ripresentare il live di “Piccola Faccia” in autunno, in inverno, ed ora quasi primavera, perchè l’atmosfera dei locali, soprattutto dei teatri, poteva rendere al meglio questo tipo di dimensione musicale. E così è stato.
Domanda: “Piccola Faccia” è anche un brano contenuto nel tuo album d’esordio “Tregua” (1997, ndr). A cos’è stata dovuta la scelta di questo titolo anche per l’album?
Cristina: Proprio per quello che dicevo prima, forse. Aggiungo un forse perchè, in realtà, non c’era solo un titolo come pretendente per l’album acustico, ce n’erano diversi. Questo è nato però dall’idea di riagganciarsi alle origini e ad un episodio in particolare, che in realtà non ho mai citato nelle varie interviste per distrazione mia, ma che invece è stato un grande stimolo per i miei inizi. Mi riferisco ad una poesia di un carissimo amico poeta, scomparso tra l’altro dieci anni fa, che si chiama Claudio Galuzzi… all’epoca mi fu regalato da lui un libriccino molto bello che si chiama “La pianura dentro”, che inizia proprio con una poesia che cita una “piccola faccia”. E da lì, non so se fu una folgorazione o qualcosa che ha lavorato lentamente dentro di me, ho desiderato poter scrivere qualcosa di mio perchè, all’epoca in cui mi fu regalato il libro da Claudio, ero ancora una che faceva cover nei locali. Quindi quella fu una scintilla importante che ho voluto reinserire per utilizzarla come titolo dell’album acustico.
Domanda: Ultimamente hai lavorato con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Com’è nata questa collaborazione?
Cristina: In generale le collaborazioni che fanno parte della mia carriera, del mio repertorio musicale e non, sono nate tutte abbastanza naturalmente. Anzi senza abbastanza, direi proprio naturalmente, per uno scambio iniziale di pareri musicali, magari anche di complimenti o di stima reciproca. Con Giuliano è successo che un giorno ho ricevuto la telefonata del Direttore Artistico della Emi, che si chiama Enrico Romano ed è una persona con la quale lavoro visto che incido per loro. Mi ha detto “guarda devo passarti una persona”… lui oltretutto è stato credo il primo manager dei Negramaro quando ancora non lavorava in Emi, li ha seguiti fino ad un certo punto, poi ha cominciato a lavorare in discografia e quindi sono stati seguiti da altre persone. Comunque, la persona in questione era proprio Giuliano, mi è stato passato al telefono, mi ha detto che voleva farmi i complimenti per “La quinta stagione”, abbiamo scambiato due parole sulla musica in generale, su quello che ascoltavamo, ed io gli ho detto che sarei entrata in studio ad Ottobre per questo disco acustico e che se gli andava di fare qualcosa, che poteva anche essere una cover, qualsiasi tipo di consiglio musicale o idea poteva essere ben accetta. Lui è venuto in studio ed abbiamo registrato questa versione di “Settembre” che ha proposto lui. A me è piaciuta molto, altrimenti non credo che l’avrei usata, ed è piaciuta anche a lui, quindi è stato un piacere reciproco. E’ stato molto divertente, una giornata decisamente tranquilla e senza stress particolari, anzi. L’abbiamo registrata praticamente quasi dal vivo, perchè lo spirito dell’album era anche quello, riprodurre un po’ l’atmosfera live delle performance acustiche.
Domanda: Differenze e particolarità rispetto alle altre collaborazioni avute nel corso della tua carriera?
Cristina: La differenza con le altre collaborazioni… non saprei dire, probabilmente c’è ed è sotto il profilo personale. Ogni persona con la quale ho collaborato ha una sua particolarità, ha il suo carattere ed il suo modo di lavorare e di entrare in studio, ma sinora non ho avuto esperienze “traumatiche” (ride, ndr) con i miei collaboratori, quindi la differenza forse non c’è, se non nella sua voce rispetto a quella degli altri… ma direi che è uno scambio più che una differenza vera e propria… non credo di essermi spiegata perfettamente (ride, ndr)… non so, Giuliano si chiama Giuliano, Manuel (Agnelli, ndr) si chiama Manuel.
Domanda: Ed a proposito proprio di Manuel Agnelli, che è un tuo grande amico, come l’hai vista la partecipazione degli Afterhours a Sanremo?
Cristina: Io dico con serenità che mi ha fatto molto piacere vedere gli Afterhours a Sanremo. Sarà perchè li conosco da tantissimi anni ed hanno sempre fatto un percorso molto coerente. Presentare una canzone come quella che hanno presentato, in un contesto forse anche strano per loro… però alla fine quello che conta è la canzone, è la musica, e credo che abbiano fatto benissimo ad andarci. Ero molto emozionata quando li ho visti sul palco di Sanremo. Quindi appoggio moltissimo questa scelta, così come appoggio la compilation e la trovo sempre coerente con quello che Manuel ha fatto in questi anni, ovvero promuovere in vari modi la scena underground… mi viene in mente il Tora! Tora!, questo bellissimo contesto, questo festival che purtroppo è finito qualche anno fa e che vedeva sul palco tantissimi gruppi della scena underground, e che è stato proprio una idea di Manuel portata avanti con tenacia ed ostinazione. Quindi lui non ha fatto altro che continuare questo percorso.
Domanda: Ti sarebbe piaciuto partecipare alla compilation “Il paese è reale”?
Cristina: In realtà non so bene tutti quelli che ci sono, perchè la compilation devo ancora ascoltarla. Ma credo che lui abbia voluto inserire nella compilation una tipologia di gruppi che hanno ancora poca visibilità e che appartengono a delle etichette piccole, realtà indipendenti con le quali puoi ancora fare un discorso del genere. Quando appartieni alla Emi, come nel mio caso, diventa forse un pochino difficile… magari la Emi mi avrebbe dato comunque il permesso per far parte di questa compilation, ma credo che la sua idea fosse un’altra. Anche perchè la visibilità, soprattutto per quanto riguarda gli ultimi due album, non mi è mancata… non sono andata a Sanremo, certo, ma forse se lo meritavano più altri di essere dentro questa compilation, per quanto concerne appunto la possibilità di essere messi in mostra, rispetto a me. Più che meritarsi direi “avere diritto”, rispetto alla sottoscritta. Ci sarei stata volentieri, ma è meglio che ci stiano altre realtà musicali.
* Foto d’archivio
A cura di Emanuele Brunetto