Un botta e risposta secco, senza giri di parole, senza peli sulla lingua, quello tra Il Cibicida e David Pajo. Il musicista di Lousville ha rilasciato una breve intervista alla nostra webzine nella quale mostra, ancora una volta, la sua natura di istrionico artista dal carattere difficile. Pajo è un factotum del rock: è stato chitarra degli Slint, poliedrico interprete dei Tortoise e anche co-partecipe del flop del progetto Zwan di Billy Corgan. Nei confronti della “zucca pelata”, in particolare, ha parole pesantissime, quasi irriverenti, le stesse che riserva alla definizione del genere post rock. Ma David Pajo è anche carriera solista con il suo ultimo disco “1968” uscito l’anno scorso, e metallaro incallito con i suoi Dead Child.
David, la tua carriera solista ha conosciuto con “1968” il secondo tassello. Perchè “1968”? Cosa rappresenta per te quell’anno?
“1968” è stato un grande anno per la musica, ma soprattutto è l’anno in cui sono nato, così mi sembrava immediato dedicargli il titolo del mio secondo disco. Anche perché è un album molto intimo e personale.
Varie collaborazioni, live show con gli Slint e carriera solista. Come fai a seguire tutti i tuoi impegni?
Infatti non ce la faccio… morirò tra pochi anni.
A maggio hai suonato “Spiderland” a Roma con gli Slint. Raccontaci un aneddoto delle registrazioni di quel disco del 1991…
Un aneddoto? Beh, la prima volta che siamo entrati in studio, Brian (McMahan, ndr) ha vomitato dopo aver inciso la voce di “Good Morning, Captain”… è stato piuttosto curioso.
Per i critici “Tweez” degli Slint è il disco pioniere del post rock. Cosa ne pensi?
Non ascolterei post rock neanche morto… figurati…
I Tortoise hanno inventato un linguaggio musicale nuovo?
I Tortoise sono i Tortoise e basta. Il linguaggio non c’entra.
Domanda che ti dobbiamo fare per forza: perchè non hanno funzionato gli Zwan?
Perché? Perché Billy Corgan non ha alcun talento…
Cosa stai ascoltando in questo periodo? Hai qualche consiglio da darci?
Ascolto esclusivamente metal in questi giorni, soprattutto trash e death metal. Il mio gusto musicale è diventato impaziente man mano che invecchio. Dunque mi va di sentire chitarre veloci e subito, senza girarci attorno.
A proposito di metal, lo scorso febbraio con la tua band, i Dead Child, hai registrato il primo EP. Com’è nato il progetto e come ti sei accostato al genere?
Sono un “metallaro” dai primi anni ’80, è nel mio sangue. I Dead Child nascono dalla volontà di un gruppo di buoni amici che volevano suonare del metal puro e così l’abbiamo fatto senza pensarci troppo.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ad Agosto abbiamo chiuso, con due date al Koko di Londra (22 e 23 Agosto, ndr), il tour degli Slint. Ora con i Dead Child stiamo realizzando un full length per la Quarterstick/Touch & Go Records, prodotto da Brad Wood e quindi, al momento, sono occupato con quei ragazzi.
Ultima domanda di rito, se ti dico “Cibicida” cosa ti viene in mente?
Un insetto con corna e braccia umane.