Marzo 2006: La redazione de Il Cibicida è orgogliosa di offrirvi la versione integrale dell’intervista rilasciataci via email da una delle band più importanti del panorama europeo: i Fire Trails. Un ringraziamento particolare va a Steve Angarthal, che con estrema cortesia ha accettato di sottoporsi al nostro interrogatorio virtuale, coinvolgendo il mitico, nonché disponibilissimo, Pino Scotto (ex leader dei Vanadium), vocalist dei Fire Trails e vero e proprio punto di riferimento in Italia per chiunque pronunci la parola “metal”.
Domanda: Steve: A soli sei mesi dall’uscita di “Third Moon” è già possibile tracciare un bilancio o è ancora troppo presto? Da cronisti ci sentiamo di ricordavi che ovunque il vostro album ha ottenuto recensioni entusiaste e che le vendite, soprattutto alla luce della contemporanea crisi del mercato musicale, stanno andando proprio bene; se a ciò aggiungiamo il fatto che il grosso della distribuzione è stato fatto attraverso il vostro sito, possiamo anche iniziare a parlare di un piccolo miracolo.
Steve: Si assolutamente! Siamo molto contenti del riscontro di “Third Moon”, come hai detto tu il periodo è molto critico ma la passione, la magia e il sangue versati in questo disco non potevano non dare i loro frutti!!!
Domanda: Pino: Come nasce un concept? Ascoltando l’album si ha come l’idea di trovarsi dinanzi ad un intreccio indissolubile, qualcosa di antico e allo stesso tempo magico, un “once upon a time” come pochi sanno ancora fare… dicci qualcosa di più…
Pino: Beh, non credo esista una vera e propria ricetta… nel nostro caso è stato un momento intenso di magia cominciata con il lavoro di scrittura fatto da me e Steve, fino ad arrivare al lavoro del cd fatto e finito. In ogni fase di “Third Moon” e della sua realizzazione c’è sempre stato un elemento, un episodio o un sommarsi di coincidenze che hanno alimentato l’alchimia e la componente magica presente in esso… e devo dire che questa cosa non si è ancora fermata perché la viviamo costantemente ad ogni show!
Domanda: Steve: Con la domanda precedente, abbiamo evidenziato l’aspetto sostanziale dell’album, il contenuto. Soffermiamoci ora su quelli che sono i suoni di “Third Moon”. Siete entrati in studio con le idee già chiare o la massa sonora si è andata modellando passo dopo passo? A tal proposito: quanto è stato importante l’apporto di Larsen?
Steve: Beh devi sapere che dietro questo disco c’è la forza di una band cresciuta e solida soprattutto dal punto vista del pathos e dell’energia live: nonostante le ultime vicissitudini prima del disco siamo riusciti a mantenere il tutto molto compatto e spontaneo. Questo grazie al lavoro fatto da me e Pino, noi abbiamo scritto i brani e personalmente ho seguito tutto l’arrangiamento del disco sia in fase di pre-produzione che di realizzazione finale in studio; sai sono principalmente conosciuto come chitarrista ma ho molta esperienza anche come arrangiatore fonico e programmatore… le idee quindi erano piuttosto chiare ma come spesso succede, lo studio ha dato vita ad una magia ulteriore! Il ruolo di Larsen in questo è stato molto importante perchè la sua bravura sta nell’essere oltre che un bravo musicista anche una persona intelligente e appassionata e questo per me conta molto di più di una sestina di trentaduesimi…
Domanda: Pino: Il riferimento al sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino, nella canzone “Silent Heroes”, è qualcosa di nobile, lodevole. Ti pongo un quesito, difficile, che evade un po’ dal territorio strettamente musicale: a tuo avviso perché in Italia è così facile dimenticare? Quanto fa male l’indifferenza?
Pino: L’indifferenza è una grave malattia della nostra società, fa molto male perché si basa sul silenzio e sulla falsità. Girare gli occhi dall’altra parte e fingere che vada tutto bene non è mai stata la mia via! Sempre dritto, schietto a costo di sembrare un pazzo non rinuncerò mai ad urlare a tutti ciò che penso e ciò in cui credo! Il rock per me è la via di esprimere questa forza e questa rabbia, oltre ad essere la maniera per coinvolgere e unire le persone sotto queste idee… ad ogni concerto, sono immense le urla di approvazione quando ricordo i nobili gesti di Falcone e Borsellino…
Domanda: Pino / Steve: Chi sono le sirene ingannatrici dei nostri giorni?
Pino: Come è accaduto nel viaggio mitico di Ulisse, con il canto sublime e ingannevole delle sirene, anche oggi esistono molte situazioni che apparentemente possono sembrare belle e attraenti, ma che alla fine portano allo sbando e all’alienazione: io dico svegliatevi e ascoltate il vostro cuore, quella è l’unica vera musica che ci può condurre nella vita senza mai ingannarci…
Steve: La costante distorsione della realtà apportata quotidianamente dai media tv in primis… è incredibile come nell’era dell’informazione si stia assistendo alla perdita della verità e del valore della vita… dovremmo iniziare a distruggere le televisioni come accadeva in “Another brick in the wall”, ma il sangue dalle vene lo dovremmo spillare a qualcun altro non a noi stessi!!!
Domanda: Steve: Il video di “Spaces And Sleeping Stones”, non racconta una storia ma è interamente incentrato su di voi. C’è un perché dietro questa scelta atipica?
Steve: L’idea era quella di togliere i fronzoli di uno storyboard complesso e lasciare spazio alla fisicità e all’energia dei Fire Trails che sono poi le caratteristiche tipiche dei nostri live shows: questo è un aspetto che si riesce a percepire solo partecipando ad un concerto, noi abbiamo cercato di mandare questo messaggio attraverso il video… devo dire che poi mi è piaciuto il sapore un po’ vintage venuto fuori dalle riprese che sono avvenute, tra l’altro, all’interno dello studio Alphaville di Milano dove avevamo realizzato il precedente cd “Vanadium Tribute”.
Domanda: Pino / Steve: Quanto è importante per una band, l’interagire con i propri fans attraverso un canale non convenzionale come internet? Colgo l’occasione per complimentarvi per il vostro ottimo sito.
Pino / Steve: Per noi è fondamentale, perché fondamentale è i dialogo con i fans! C’è una citazione che funziona benissimo ed è “you are the music we are just the band”!!! Comunque grazie per i complimenti, li gireremo al webmaster!
Domanda: Pino: Sempre in tema di “comunicazione”. Qualche anno fa sarebbe stato inimmaginabile avere uno spazio libero come quello di Database. La maggior parte del pubblico è giovanissimo… come ci si sente, e soprattutto qual è il grado di responsabilità nel rispondere al quindicenne x che sta dall’altra parte della barricata?
Pino: Rock Tv per me è una situazione davvero speciale anche perché fatta da persone speciali: l’ho vista nascere e da subito mi sono sentito onorato nel partecipare e nel ricevere, poi, così tanto entusiasmo da chi mi segue. Anche qui cerco di dare lo spunto, con la mia energia, a molti giovani che spesso sembrano avere perso la voglia di combattere…
Domanda: Pino: Supponiamo che esista la macchina del tempo… Jim Faraci ti ripropone di andare a lavorare a Los Angeles, accetteresti questa volta? A tal proposito, Faraci significa Guns N’ Roses alias Axl Rose alias l’interminabile epopea di “Chinese Democracy”. Che cosa c’è da aspettarsi a più di tredici anni dall’ultimo album?
Pino: Certo che accetterei! Gli States hanno insegnato a produrre ottima musica e, nel nostro genere, in quel momento c’è stata una vera Mecca nella città di LA… dei Guns cosa vuoi che ti dica, hanno iniziato bene e poi capitolato… ultimamente ho invece appezzato i Velvet Revolver.
Domanda: Steve: Lo so è una domanda che ti avranno fatto un milione di volte… che cosa si prova a condividere un’esperienza elettrizzante come quella dei Fire Trails, con una delle personalità più carismatiche del panorama musicale italiano, Pino Scotto?
Steve: Adrenalina, entusiasmo e la forza di dire ancora una volta long live rock‘n’roll!
Domanda: Pino: “Il grido disperato di mille band”, “Segnali di fuoco” e “Guado”. Puoi darmi un aggettivo per ognuno dei capitoli solisti della tua carriera?
Pino: Quelli sono stati sono stati un altro aspetto della mia identità artistica. Ho trovato veramente stimolante riavvicinarmi al blues usando la lingua italiana nei testi e condividendo questa esperienza con bravissimi musicisti italiani!
Domanda: Pino: Trent’anni di musica… di storie da raccontare ce ne sarebbero. Hai mai preso in seria considerazione l’idea di scrivere un libro sulla tua vita? In tal caso, saresti così generoso da regalarci uno di quegli aneddoti che non potrebbero mai mancare in un’eventuale galleria dei ricordi?
Pino: Effettivamente questo libro è già stato pubblicato un po’ di anni fa e si chiama “Lo Scotto da pagare”; ora sto collaborando con l’autore per aggiornarlo e probabilmente tra non molto sarà disponibile la nuova versione.
Domanda: Pino / Steve: L’intervista si conclude con la nostra domanda di rito: se vi dico Cibicida che cosa vi viene in mente?
Pino / Steve: Un diserbante per uomini che agisce a livello gastrointestinale o ancora di più, gastronomico!
* Foto d’archivio
A cura di Vittorio Bertone