Giugno 2010: Grandi manovre per i Giardini Di Mirò. Intanto “Altri Giardini”, una raccolta di loro diciassette canzoni ma eseguite da altri. Il collante? Naturalmente internet e la possibilità di interscambio e comunicazione. E poi certo, l’eco di un album come “Il Fuoco” (la splendida sonorizzazione del film muto di Giovanni Pastrone del 1916) che ha fatto il pienone in tutti i teatri in cui è stato celebrato. In attesa di un nuovo disco che non si sa ancora se sarà “indie”, come “Dividing Opinions”, o “post”, come alle origini della band di Reggio Emilia, Il Cibicida ha chiacchierato con Corrado Nuccini, chitarra e leader dei Giardini.
Domanda: Corrado, partiamo da “Altri Giardini”. Come siete arrivati all’idea di un disco di vostre canzoni fatte da altri?
Corrado: Per gioco, un gioco divertente e piacevole, non c’è nessun altro intento. Credo però che partendo da un gioco siamo arrivati ad un ottimo risultato, non sempre si deve partire con propositi napoleonici. No?
Domanda: Parlando di “Altri giardini” si possono fare diverse considerazioni: intanto il web e la diffusione di musica. I Giardini Di Mirò stanno pensando ad un futuro che prescinde dal supporto disco?
Corrado: Noi la vediamo così: il punto focale è fare musica, suonare, detto questo tutti i supporti, i canali, internet, il vinile, il filesharing, le cassette, gli iPhone, la musica sognata la notte, tutte queste soluzioni sono buone.
Domanda: Altra cosa, avete “affidato” le canzoni in streaming gratuito a otto diversi siti musicali. Come a dire: non esiste solo un canale, ma ormai c’è, come lo ha definito Castelli su La Stampa, un “modello federale” nel panorama della comunicazione dell’indie rock…
Corrado: Mi piace Luca Castelli, ci siamo conosciuti qualche mese fa e da allora sbircio le cose che scrive e molto spesso sono in sintonia. Federalismo? Aldilà della boutade tutto nasce dall’idea che questo disco è un regalo, almeno per tutti quelli che gli attribuiscono un valore, quindi andava diviso e distribuito così.
Domanda: Passando a “Il Fuoco”, nella sonorizzazione dal vivo c’è la possibilità di variare qualcosa? O rimanete strettamente attaccati al tema?
Corrado: Ogni concerto ha una parte di improvvisazione, l’esecuzione senza spartito lascia liberi di interpretare, aggiungere, togliere. Resta il fatto che noi non siamo improvvisatori e quindi “Il Fuoco” ha degli schemi esecutivi che rimangono invariati.
Domanda: Quando vi ho visto al Piccolo Eliseo di Roma ho pensato: “i Giardini con Dividing Opinions hanno fatto un album fantastico, ma la loro natura post-rock è tutt’altra cosa”. E’ un pensiero che fate anche voi?
Corrado: Sono sempre molto cauto coi sofismi musicali. Di sicuro posso dire che il percorso è unico e le persone le stesse, poi ognuno salvi quel che crede.
Domanda: Però la curiosità è d’obbligo: il prossimo album sarà più “post” o più “indie”?
Corrado: Il prossimo album? Ne parliamo quando è fatto…
Domanda: Come avete vissuto la chiusura di Homesleep? Pensi potrebbe essere una febbre che infetterà altre etichette?
Corrado: Era nell’aria quindi non siamo stati colti di sorpresa. Comunque è ricorrente, anche aldilà dell’onda lunga della crisi discografica, che le label chiudano, è sempre successo. Speriamo che siano sempre meno di quelle che aprono.
Domanda: E Unhip? E’ una casa dove vi trovate a vostro agio?
Corrado: Bene, siamo amici di lunghissima data. I nostri patti sono chiari e semplici, poche balle e tanta sostanza, così come siamo noi.
Domanda: Qualche tempo fa, in un’intervista, Jukka disse a Il Cibicida che tra di voi ci sono delle “dividing opinions”. E’ un contrasto con cui avete imparato a convivere?
Corrado: Penso che sia una domanda che si risponda da sola, più di dieci anni di concerti, quattro album ufficiali e una miriade di altri dischi, un sacco di concerti e una passione per la musica che è sempre minore a quella del giorno successivo. Un gruppo senza contrasti è un gruppo poco democratico. Io, Jukka, Emanuele, Burro, Mirko, Luca, Michele e Sollo (che sono tour manager e fonico) siamo veramente una “cooperativa musicale” di sani, democratici principi. Discutiamo, alle volte ci si incazza, ma poi, fino ad oggi, la parola, il pensiero, l’intelligenza ha limato le diversità.
Domanda: Siete in tour fino a metà giugno. E i Mondiali?
Corrado: Li seguirò sicuramente. Vincere è molto difficile, noi però siamo i campioni del mondo e credo che partendo da questo principio e dalla nostra storia calcistica abbiamo tante possibilità di imporci. In ogni caso ci sono obiettivi più importanti, mi auguro in primo luogo che la nostra nazionale faccia un bel campionato, giocando un bel calcio, leale e sportivo.
* Foto d’archivio
A cura di Riccardo Marra