02-08-08: In occasione della tappa catanese del loro tour estivo, Il Cibicida ha incontrato Roberto Papavero (in arte Pap Sfroocer), voce e chitarra degli emiliani Les Fauves. I quattro modenesi, con all’attivo appena un ep ed un album, si sono guadagnati la palma di band rivelazione dell’indipendente italiano, e si apprestano adesso a cominciare i lavori per il loro secondo full lenght. Di questo e d’altro abbiamo discusso all’interno dei locali dei Mercati Generali di Catania a pochi minuti dalla fine della loro esibizione.
Domanda: Innanzitutto un bilancio del tour estivo. Abbiamo sentito che con Catania avete concluso, quindi è d’obbligo un commento sulle tappe siciliane…
Pap: La Sicilia per noi è uno dei posti preferiti, ci divertiamo di più a venire a suonare qua piuttosto che all’estero, perché qui la gente è calorosa ed è sempre divertente esibirsi. E poi ci sono dei posti bellissimi. Il tour di promozione direi che è andato decisamente bene, c’è stata molta gente in tutte le tappe e non possiamo che esserne soddisfatti.
Domanda: Com’è la vita da indipendenti? Come sopravvive una band come la vostra che incide per una di quelle poche etichette “coraggiose” (Urtovox, ndr)?
Pap: E’ difficile, perché quello che sta sotto è tutto un mondo di precariato… perché comunque dobbiamo avere dei lavori flessibili che ci consentano di poter andare in giro e di poter suonare. In fin dei conti però non è una grossa menomazione, perché la stabilità nel lavoro non è una cosa che si trova spesso in ogni caso. E quindi si, il retroscena è quello…
Domanda: C’è una consapevolezza, dunque, anche per le band indipendenti di vivere in una sorta di “precariato”?
Pap: Si, per forza. Per forza perché comunque questo qua in Italia non è il modo per sopravvivere dal punto di vista economico. Quindi devi trovarti dei modi per compensare quello che non riesci a guadagnare facendo il musicista.
Domanda: Abbiamo letto che già da subito, dopo aver concluso oggi il vostro tour, comincerete i lavori per il nuovo album che si intitolerà “NALT 2”, secondo capitolo di una immaginaria trilogia. In che direzione si evolveranno i Les Fauves con questo secondo capitolo della loro discografia?
Pap: Nel secondo capitolo sentiamo la necessità di eliminare qualsiasi punto di riferimento. Cerchiamo di trovare vie alternative che siano il più possibile le nostre. Poi logicamente le influenze ci sono, non possiamo farne a meno, ma cerchiamo di renderle sempre nel modo più personale possibile.
Domanda: A volte i vostri testi hanno dei riferimenti politici, vedi l’acronimo NALT (Noise Arms Limitation Talks, ndr) o il vostro pezzo “Bombs On The SIAE”. Qual è il modo di vedere la politica nella vostra musica?
Pap: Non è tanto una visione politica, è più uno sguardo su quella che è la modernità, questo non avere punti di riferimento fissi ed essere sempre un po’ “naufraghi in questo mare”, perché non si può contare tanto sul futuro ma neanche legarsi alle radici col passato. E quindi sei bloccato nel presente, ed è una condizione che presa nel modo giusto può essere una cosa favorevole. Ma anche non esserlo, a seconda dei casi.
Domanda: Una piccola curiosità: quel “bla bla bla bla” ricorrente sul vostro sito, sul vostro MySpace, lo mettete un po’ dovunque e sta per cosa?
Pap: (Ride, ndr) E’ un chiacchiericcio. Tutte chiacchiere e distintivo!
Domanda: Tirando le somme, il dildo citato nel vostro primo fortunatissimo ep (“Our dildo can change your life”, ndr) è riuscito a cambiarvi la vita? Vi ha portato fortuna?
Pap: (Ridiamo, ndr) Si si, indubbiamente ha cambiato il nostro stile di vita… e poi l’autoerotismo è sempre una cosa importante!
Domanda: Parlavi prima delle vostre influenze… adesso vogliamo sapere più o meno cosa ascoltate, cosa c’è nel vostro lettore mp3?
Pap: Posso dirti che nella mia compilation per il viaggio in Sicilia ho messo Harry Belafonte, Laurie Anderson, Cat Stevens e qualcos’altro.
Domanda: Ascoltandovi dal vivo abbiamo avuto la sensazione che abbiate qualcosa dei Television. E’ una impressione errata o magari la band di Verlaine è fra i vostri ascolti e fra le vostre influenze?
Pap: Si c’è stata, soprattutto per quanto riguarda il primo album, una certa influenza. Ma comunque stiamo cercando di distaccarci il più possibile anche da loro per comporre il nuovo album.
Domanda: Ultima domanda di rito: se ti diciamo “Cibicida” cosa ti viene in mente?
Pap: “Il Pasto Nudo” (celebre romanzo di William Burroughs, poi film di Cronenberg nel ’91, ndr).
* Foto d’archivio
A cura di Emanuele Brunetto e Riccardo Marra