Settembre 2006: E’ uscito da pochi mesi il loro album numero quattro, “You Are There”. Loro sono i giapponesi Mono, rappresentanti di quello che in giro chiamano post-rock/emo. Il Cibicida ha incontrato telematicamente il leader della band Takaakira “Taka” Goto, che ha risposto alla nostra intervista con appassionanti definizioni ed entusiastiche prospettive legate soprattutto al mondo della celluloide e del commento sonoro. Buona lettura.
Domanda: Perchè avete scelto “Mono” come nome da dare alla band?
Taka: In realtà non c’è una ragione in particolare. Ci piaceva perchè era una parola semplice e perchè ci suonava bene.
Taka: Come tutti sanno, Steve è un grande ingegnere del suono. Per noi, però, rappresenta qualcosa di ancora più importante: lo reputiamo il quinto elemento effettivo della band. Amiamo molto il suono “al naturale” che riesce con passione a far uscire fuori dai nostri strumenti. Crediamo che la cosa più importante durante le session sia riuscire a rovesciare i contenuti emozionali della band direttamente nel demo, quindi non vogliamo ottenere un suono perfetto o una musica senza imperfezioni o errori.
Domanda: Come nasce una canzone dei Mono?
Taka: Prima iniziamo scrivendo la musica. Io scrivo una storia, una sorta di story-board per un film. Questa ci da l’idea di base e ci suggerisce le scene e gli umori che vorremmo esprimere ed evocare in note. Io scrivo la musica pezzo per pezzo come se stessi sviluppando un diario. Per esempio anche durante questo tour sto scrivendo ogni giorno un motivo. Poi, quando costruisco l’intera storia, metto assieme i pezzi in coerenza con la musica.
Domanda: Cosa è per voi il post-rock?
Taka: Un rock arretrato e noioso.
Domanda: Qualcuno pensa che la vostra sia una musica triste, sei daccordo?
Taka: Speranza e gioia sono l’altra faccia della moneta del dolore. Io credo che la gente possa raggiungere la vera gioia e la speranza più genuina solo dopo aver attraversato il dolore e la tristezza. Ad ogni disco il nostro obiettivo è riuscire ad esprimere la forza del coraggio che ci rende in grado di affrontare le difficoltà di ogni giorno.
Domanda: Che tipo di “orecchie” possono ascoltare la vostra musica?
Taka: Vogliamo creare una musica che possa cambiare le visioni musicali del pubblico, proprio come fanno certi film e certi libri con noi. Sarebbe grandioso se la gente si immergesse nella nostra musica e se la nostra musica potesse dare loro l’opportunità di pensare e di sentire qualcosa di nuovo, qualcosa che non hanno mai provato nella loro vita.
Domanda: Pensi che il vostro progetto sia l’incontro tra il carattere della musica occidentale e i sentimenti giapponesi?
Taka: Non abbiamo mai provato a fare questo coscientemente… ma forse lo abbiamo fatto inconsciamente? Non ne siamo consapevoli, insomma.
Domanda: Ascolteremo una vostra colonna sonora per film, in un prossimo futuro?
Taka: Abbiamo realizzato un brano per un film che uscirà nelle sale il prossimo anno. Lo spiegheremo nei dettagli più in la nel nostro sito internet (www.mono-44.com, ndr). Siamo molto felici quando qualche regista indipendente usa la nostra musica, ovviamente sempre se gradiamo il contenuto del film. Recentemente ad esempio qualche nostro brano è stato incluso nel film “The Sound Of The Resistance”: un documentario sulla gente di San Paolo, in Italia, che ha combattuto contro i nazisti ed i fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Infatti non vediamo l’ora di vedere il film completato.
Domanda: Cosa rappresentano gli Stati Uniti per voi?
Taka: Abbiamo un sacco di amici che vivono negli USA e che li rappresentano al meglio. Certo, ultimamente ci sono grossi problemi di politica e razzismo.
Domanda: Quali sono i gruppi che hanno influenzato la vostra musica?
Taka: Lars Von Trier.
Domanda: Una caratteristica fondamentale dei vostri brani sono le impennate e poi le discese di intensità. Sono i vostri umori che vanno a intermittenza?
Taka: Sto esplorando l’espressione cinematografica come fosse orchestra sinfonica.
Domanda: Domanda di rito: se ti dico Cibicida cosa ti viene in mente?
Taka: Suona strano, ad essere onesti. Ma, cavolo, non riesce a suggerirmi nessuna immagine in particolare! Grazie per l’intervista! Anche da parte degli altri componenti della band.
* Un ringraziamento al manager dei Mono, Reiko Kudo, per la sua disponibilità
* Foto d’archivio
A cura di Riccardo Marra