Così, l’occasione di vederli presentare in Italia l’ultimo “Wild Light” era davvero imperdibile, uno di quei concerti che sai già non potrà mai deluderti. Il Tunnel, nonostante si tratti di uno scialbo martedì sera, è pieno e la temperatura all’interno del locale ne risente pesantemente. Loro, i 65daysofstatic, non fanno nulla per decomprimere l’atmosfera, anzi. Il protagonista è, com’era prevedibile, il nuovo lavoro, tanto che ben sei brani sui dodici della setlist verranno estratti dal disco.
E persino l’inizio è uguale a quello di “Wild Light” con Heat Death Infinity Splitter e il singolo Prisms. La svolta elettronica dei 65daysofstatic si dispiega in tutta la sua irruenza, sono i synth a farla da padroni e a surclassare persino le chitarre pur sempre marcate di Joe Shrewsbury e soci. Crash Tactics e Dance Dance Dance, estratte dal precedente “We Were Exploding Anyway” e come lì poste in sequenza, confermano il trend di una band che ha saputo trovare brillantemente la propria strada.
«State dormendo? Volete una coperta?», esclama Shrewsbury rivolgendosi a un pubblico a suo modo di vedere troppo statico. Quindi una manciata di pezzi in rapida successione per smuovere un po’ – riuscendoci – la gente: The Undertow, Fix The Sky A Little, Unmake The Wild Light e Taipei. I quattro brani, eseguiti praticamente senza soluzione di continuità, vanno così a formare la parte più corposa del set, quasi come un’unica e lunghissima suite in cui è difficile trovare vie di fuga.
La conclusione è tutta appannaggio di Retreat! Retreat! e Radio Protector, due (ormai) classici chitarristici della band che danno la sferzata conclusiva al pubblico prima di una Safe Passage che chiude il live così come “Wild Light”, valvola di sfogo dopo un’ultima mezz’ora tiratissima.
Al contrario delle altre date del tour in cui sono impegnati, questa sera non ci sarà alcun encore per i 65daysofstatic, a quanto pare per scelta del locale, lasciando un po’ d’innegabile delusione per lo sbrigativo finale riservatoci. Poco male, perché gli 80 minuti di deflagrazioni cui si è assistito non deludono affatto. Ma questo lo sapevamo già.
SETLIST: Heat Death Infinity Splitter – Prisms – Crash Tactics – Dance Dance Dance – Install A Beak In The Heart That Clucks Time In Arabic – The Undertow – Fix The Sky A Little – Unmake The Wild Light – Taipei – Retreat! Retreat! – Radio Protector – Safe Passage