Il colpo d’occhio offerto dal Forum non è certo di quelli da pelle d’oca: l’anello più alto è chiuso, il più basso è popolato da pochi sparuti capannelli di persone e il parterre è pieno ma non pienissimo. Complici il recente passaggio estivo per il veronese Rock The Castle, la non felicissima data pre-natalizia, un nuovo album “ordinario” e soprattutto l’annuncio dei Tool al Firenze Rocks la prossima estate, gli A Perfect Circle si trovano così davanti a una platea tutt’altro che indimenticabile.
Chelsea Wolfe, che ha il compito di aprire per la band in questo tour europeo, sale sul palco puntualissima alle 19:45 e inizia col suo doom che s’addice alla perfezione al buio in cui è immerso il palazzetto e anche all’immaginario dei protagonisti della serata. La californiana, che porta così anche a Milano “Hiss Spun”, il suo ultimo lavoro in studio uscito nel 2017, è una bomba tanto su disco quanto dal vivo, affatto una sorpresa per chi come noi l’aveva già vista all’opera, sorpresa piacevole − ne siamo certi − per chi non la conosceva già.
Alle 21:00 bollate tocca agli A Perfect Circle: l’ormai storico logo della band campeggia alle loro spalle, Billy Howerdel si piazza nella posizione più avanzata dello stage mentre Maynard James Keenan sta sì al centro su una base rialzata, ma arretrato di qualche metro e totalmente nell’oscurità, nessuna luce lo illumina né lo illuminerà mai nel corso della serata. Una consuetudine ormai nota che ha contribuito negli anni a far crescere l’aura di mistero che lo circonda.
Nell’ora e mezza (scarsa) di concerto, senza alcun encore, a farla da padrone è il nuovo “Eat The Elephant” dato alle stampe lo scorso Aprile, con almeno un paio di passaggi come Disillusioned, TalkTalk e The Doomed che dal vivo guadagnano molta atmosfera rispetto alle incisioni, risollevando la valutazione generale di un album che, come dicevamo nell’incipit, è “ordinario” perché da gente come loro t’aspetti sempre qualcosa di “straordinario”.
Il confronto con gli estratti da “Mer De Noms” (2000) e “Thirteenth Step” (2003) regge solo a tratti, perché va da sé che The Hollow, Weak And Powerless, Rose, Thomas, Vanishing o The Package vantino un credito ampiamente superiore, ma nel complesso la setlist scorre in maniera piuttosto uniforme. La voce di Maynard è una spada, tagliente e potente come se i mesi e gli anni per lui fossero solo foglietti da strappare via dal calendario, così come gli altri suonano precisi e puliti (forse fin troppo), quindi assolutamente niente da eccepire in quanto a qualità di una performance forse solo un tantino “rigida”.
Incredibilmente, la richiesta di non effettuare foto e video con gli smartphone viene presa piuttosto seriamente dal pubblico, con un piacevole effetto “buio in sala” apprezzato dallo stesso Keenan che sul finale, mentre la ballata Delicious volge al termine, ringrazia i presenti invitandoli finalmente (oltre che ironicamente) a scattare la loro foto ricordo, salvo abbandonare velocemente il palco lasciando solo gli altri a concludere il pezzo e l’intero concerto investiti − adesso sì − dalla luce dei telefoni alzati sopra le teste.
SETLIST: Eat The Elephant – Disillusioned – The Hollow – Weak And Powerless – So Long, And Thanks For All The Fish – Rose – Thomas – (What’s So Funny ‘bout) Peace, Love And Understanding (Brinsley Schwarz cover) – Vanishing – The Noose – 3 Libras (All Main Courses Mix) – TalkTalk – Hourglass – The Doomed – Counting Bodies Like Sheep To The Rhythm Of The War Drums – The Package – Delicious