Dopo aver dato alle stampe il proprio miglior lavoro dal 2005 a questa parte (parliamo, naturalmente, di “Padania”), il sestetto capitanato da Manuel Agnelli ha completato il ritorno ai fasti che furono con la reissue riveduta e corretta dell’album più amato/odiato nella recente storia indie dello Stivale. Operazione certamente interlocutoria, se non fosse supportata da un tour che, facendo tappa in quel di Zafferana Etnea, ha rivelato al pubblico siciliano la sua forza massiccia e francamente invidiabile, brillantemente tripartita in una setlist che vede l’intera riaffermazione del sopracitato HPDB? come portata principale.
Da 1.9.9.6. a Mi Trovo Nuovo, i Nostri fanno sfoggio d’una forma eccezionale ed eccezionalmente messa in scena. Manco a dirlo, ogni pezzo è una festa: per chi ebbe la fortuna a suo tempo di godersi una scaletta quantomeno simile, l’appuntamento con Elymania, Veleno, Questo Pazzo Pazzo Mondo Di Tasse è un immancabile salto nei ricordi della giovinezza. Per chi invece ha dovuto fare i conti con l’anagrafe, un’occasione più unica che rara per avere finalmente l’età che sarebbe stata giusta alla fine degli anni ’90.
Impossibile rimanere imbalsamati con l’energia dirompente di Dea, Lasciami Leccare l’Adrenalina o Sui Giovani D’Oggi Ci Scatarro Su, difficile non riscontrare in Costruire Per Distruggere o Padania i nuovi classici vecchi d’un gruppo che ormai sta in piedi quasi da tre decadi.
Con i veterani Prette-Ciccarelli affiancati dall’energia di D’Erasmo-Dell’Era e col provvidenziale ritorno in campo di Xabier Iriondo, gli Afterhours possono contare su una tra le migliori formazioni in carriera, che dà forse il meglio di sé negli ultimi venti minuti d’uno show sinceramente impeccabile e ben congegnato. La combo Strategie/La Verità Che Ricordavo fa strage di ugole, il dittico Quello Che Non C’è/Bye Bye Bombay scioglie persino i cuori più fieramente rinnegati.
Nella terra del fraterno amico e collega Basile, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere il grande mestiere d’una band viva adesso più che mai. Oltre due ore di classe rediviva e risolutezza da vendere. Un peccato dover stare a lungo seduti per questioni di sicurezza. Un dovere alzarsi comunque in piedi e cantare, applaudire, appurare le erroneità diffamatorie di ieri, oggi e (speriamo!) domani. Alla maniera di Benvegnù, in casi simili torna pur sempre utile quel verso degli Scisma. «Ringrazio Dio che m’ha fatto troppo poco intelligente».
SETLIST: Hai paura del buio? – 1.9.9.6 – Male di miele – Rapace – Elymania – Pelle - Dea – Senza finestra – Simbiosi – Voglio una pelle splendida – Terrorswing – Lasciami leccare l’adrenalina – Punto G – Veleno – Questo pazzo pazzo mondo di tasse – Musicista contabile – Sui giovani d’oggi ci scatarro su – Mi trovo nuovo —encore 1— Spreca una vita – Costruire per distruggere – Io so chi sono – Padania —encore 2— Strategie – Le verità che ricordavo – Non è per sempre – Ballata per la mia piccola iena – Quello che non c’è – Bye Bye Bombay