Non si capisce molto bene, bisogna essere sinceri, perché – tutto sommato – gli Algiers non abbiano ancora un seguito vergognosamente nutrito. Si gela il sangue pensando a certuni che, dopo appena un disco di dubbia fattura, ricevono gli osanna e le attenzioni di mezzo globo. Mentre questi signori di Atlanta, Georgia, fatto un esordio al fulmicotone passato persino troppo sottobanco, hanno appena lanciato in orbita un altro album di sontuosissima levatura in un anno finora abbastanza avaro di veri clamori. Ecco: “The Underside of Power” è vero clamore. La sua resa dal vivo è vero clamore.
Atterrati sul palco del MONK alle 23:15, i Nostri lasciano l’onore dei convenevoli alle movenze scatenate di Ryan Mahan e attaccano subito con l’accoppiata Cleveland/The Underside of Power. Sensazione molto vicina all’estasi. Dal minuto numero uno e con un caldo praticamente infernale, il quartetto soddisfa ogni possibile richiesta esaudibile a un live show: carisma, savoir-faire, grinta, coordinazione, concentrazione, contatto. Il tutto con la premessa di un repertorio ancora in fieri ma d’importantissimo spessore. «È come se James Brown suonasse i Radiohead», dice qualcuno mettendo in luce una verità assoluta: il folle mix di generi tenuto insieme dagli Algiers non si era mai sentito prima in questa forma. Gospel, elettronica, post punk, funky: una declinazione black/white assoluta e attualmente poco replicabile. Ci si scatena con l’incalzare della spettacolare Irony. Utility. Pretext., per poi ricominciare le montagne russe dalla sinuosa acidità di Claudette alla frenetica e perfetta incursione hard blues di Cry Of The Martyrs, dalla meravigliosa litanìa di Remains al bastardissimo post punk di Animals, fino all’ultima discesa nell’Ade con Death March.
Il bis (forse unica, minuscola nota stonata della performance) è affidato alle sole voce e chitarra di Franklin James Fisher (Games), nell’intento di spegnere forse definitivamente gli animi incendiatosi lungo novanta minuti di puro, purissimo godimento. Gli Algiers fanno semplicemente paura: sono una delle migliori novità presenti in giro. Il fatto che la sala non traboccasse di gente sarebbe già di per sé sufficiente a screditare la disposizione musicale di una piazza. La possibilità quasi certa che facciano ritorno in Italia il prossimo novembre, invece, sarebbe già di per sé sufficiente a rimangiarsi tutto. Imperdibili.
SETLIST: Ferox – Cleveland – The Underside Of Power – Blood – Irony. Utility. Pretext. – Claudette – And When You Fall – Cry Of The Martyrs – Remains – Old Girl – Black Eunuch – Animals – L & M Ent – Mme Rieux – Death March —ENCORE— Games