“Redemption comes too soon / But for some, redemption never comes”: canta così Conrad Keely in Golden Sail, vera traccia capolavoro dell’ultimo album dei suoi Trail Of Dead, l’ottimo “XI: Bleed Here Now”. Già, la redenzione. Già, la musica dal vivo, col suo potere catartico, purificatore, ancora più per chi la canta e la suona, che per chi la ascolta. Avevamo già affrontato il tema un mese fa, raccontando il grande trasporto percepibile in Win Butler al live degli Arcade Fire. Affrontiamo l’argomento un’altra volta, declinandolo però in chiave differente: questa volta non c’è tensione per magagne private, ma per la dura, inflessibile, ordinaria amministrazione.
Un tour estenuante, margini sempre più ridotti a suonare nel vecchio continente (anche a causa della nostra moneta, in recente svalutazione rispetto al dollaro), e in serie: le tappe spagnole dei Trail of Dead salvate grazie ad un crowdfunding, la data di Lione cancellata perché i ritmi quotidiani dei trasferimenti erano ormai massacranti e si rischiava di arrivare per le 20:00 nella città francese (con buona pace del soundcheck), e, nel giorno del concerto italiano, il pullman della band che si sfascia in Svizzera, con l’arrivo a Bologna in ritardo grazie ad un mezzo alternativo noleggiato.
Per questo motivo, il fatto che i Trail Of Dead salgano sul palco dopo le 22:00 con soundcheck ancora da ultimare, è un dettaglio che si può tranquillamente perdonare. Conrad Keely, Jason Reece e soci (nuova, ennesima e validissima line-up del resto della band che affianca il collaudato duo) vengono preceduti dai romagnoli San Leo e dagli interessantissimi Avalanche Party, band inglese dedita al garage punk: il Locomotiv presenta un colpo d’occhio discreto, ed è un fatto che tutto sommato rincuora, in un periodo così complicato per i live internazionali nell’Europa continentale. Tante difficoltà, abbiamo detto, eppure il live della band di Austin è esemplare ed emozionante, anche grazie ad un affiatamento ed una voglia di suonare, divertire e divertirsi che difficilmente si vede in giro, almeno in questa misura. Cominciamo dalla setlist, studiatissima: la formula che usa la formazione statunitense è secondo noi la migliore possibile in circolazione, dato che pescano dall’ultimo disco, dai classici, ma anche da quasi tutti gli album pubblicati, scegliendo un brano per ogni lavoro in studio (o quasi).
Grazie a questo modo molto intelligente di dare dignità a tutta la discografia della band, si riscoprono alcune chicche clamorose (Conrad Keely in quanto a songwriting non ha mai avuto problemi): è il caso della devastante cavalcata di Isis Unveiled (tratta dallo straordinario “The Century Of Self”, 2009) o di Wasted State Of Mind (“So Divided”, 2006), col suo meraviglioso finale. Come detto, i grandi classici non mancano: c’è la gioiosa Worlds Apart, la sempre toccante Relative Ways, c’è Caterwaul, con Jason Reece che scende tra il pubblico a fare festa mentre canta (l’avevamo detto: divertire e divertirsi), e c’è soprattutto a fine concerto l’immortale Will You Smile Again?, probabilmente uno dei brani più innovativi nel rock degli ultimi vent’anni.
A testimonianza di una band in piena forma, va però segnalato che tre delle canzoni più belle della serata provengono dall’ultimo album: è il caso della granitica Penny Candle, dell’eccellente No Confidence (che riff!) ma soprattutto, come detto, di Golden Sail, brano semplicemente fantastico, dove le due anime musicali di Keely (una più rumorosa, l’altra più dolce) si incontrano con successo, creando un raro esempio nella discografia dei texani di canzone perfettamente rappresentativa del loro stile, che abbraccia da sempre più sonorità. I Trail Of Dead dal vivo continuano ad essere una garanzia e i molteplici momenti intensi della serata che vi abbiamo raccontato stanno qui a ricordarcelo: la prossima volta che ripasseranno dall’Italia, sapete cosa fare.
SETLIST: Totally Natural – No Confidence – Kill Everyone – Penny Candle – Wasted State Of Mind – Isis Unveiled – Worlds Apart – Golden Sail – Weight Of The Sun (Or The Post-Modern Prometheus) – Pinhole Cameras – Caterwaul – Relative Ways – Richter Scale Madness – Will You Smile Again?