L’attesissimo debutto da headliner di Anderson .Paak sul suolo italiano è avvenuto nella suggestiva location del Teatro Romano a Verona, unica data nel nostro Paese del suo tour europeo in compagnia dei Free Nationals.
Già la prima impressione all’arrivo sul posto è un’ottima premessa per il proseguimento della serata: il teatro open air si rivela perfetto per un concerto di questo livello. Il palco è perfettamente visibile da ogni angolazione e, nonostante i biglietti siano sold out da più di un mese, la location è vivibilissima e riesce a offrire a chiunque un’ottima visuale. L’unica pecca è la differenza di volume notevole che si percepisce a seconda di dove si è situati, a causa dei diversi livelli della gradinata che arriva a elevarsi anche per la totale altezza del palco.
Puntualissimi, alle 21:30 l’artista losangelino e i Free Nationals salgono sul palco, acclamati da una folla caldissima che si alza simultaneamente in piedi per un applauso generale. Dopo un breve saluto, esplode improvvisamente la folle bassline di Come Down, accompagnata da un .Paak elettrizzante che monopolizza l’attenzione saltando e schizzando da un lato all’altro del palco, seguito a ruota dal pubblico in preda a vibrazioni positive.
Appare chiaro già dal secondo pezzo, The Waters, che il live virerà molto verso le reinterpretazioni delle versioni ufficiali delle produzioni di .Paak. Infatti nella seconda metà l’artista inizia a cantare questa traccia ma sul celebre beat di “Smoke Weed Everyday” di Snoop Dogg. La tendenza a non rimanere fedelissimi alle versioni registrate in studio viene mantenuta lungo tutto il concerto, soprattutto dal momento che Anderson suonerà la batteria, posta in una posizione di rilievo sul palco, per più di metà live, apportando quindi molte variazioni ai beat originali delle sue produzioni.
Il live procede prevalentemente con canzoni pescate da “Malibu”, ultimo acclamatissimo album uscito nel 2016, che viene eseguito nella sua quasi totalità. Nonostante ciò, il poliedrico .Paak sfoggia alcune perle spesso sottovalutate e che si prestano perfettamente a una performance dal vivo. L’esempio più calzante è Glowed Up, la sua collaborazione con KAYTRANADA, che gasa la folla con le vibranti bassline influenzate dalla trap, ma vengono eseguite anche Dang!, connubio dell’artista californiano con Mac Miller, e Suede, perla al top della discografia dei NxWorries, progetto alternativo di .Paak. È evidente la risposta sempre prontissima del pubblico, che si lascia trasportare ciecamente, estasiato dalla presenza scenica monumentale dell’artista.
La folla è sul pezzo e Anderson per più volte non si contiene dal complimentarsi vivamente e dal gettarsi sulle prime file nel bel mezzo della performance, continuando a cantare pur capeggiando una sorta di processione al suo seguito che lo accompagna fino al ritorno sul palco. Si alternano quindi momenti di incontrollabile energia, come la performance di The Season/Carry Me con Anderson alla batteria, ad attimi di tranquillità e sentimento, come nella sentita esecuzione di The Bird, col pubblico che segue emotivamente .Paak sottovoce.
Oltre ai classici dell’ultimo album e alle numerose collaborazioni, Anderson .Paak sfodera qualche chicca accuratamente selezionata da “Venice”, predecessore di “Malibu”. Pezzi come Might Be, Luh You, Drugs e Milk N’ Honey sono infatti caratterizzati da uno stile più assimilabile alla moderna trap e all’hip hop, con basi prettamente costituite di synth elettronici e beat aggressivi. Queste tracce, spesso trascurate, sfoggiano il loro lato migliore nell’esibizione live, grazie anche all’immensa abilità dell’artista nel coinvolgere la folla, sia in momenti struggenti ed emotivi che lungo questi “bangers” che costringono il pubblico a saltare incontrollatamente.
Dopo un’ora e mezza, con un’unica interruzione canonica a tre canzoni dalla fine, .Paak chiude con The Dreamer, traccia conclusiva di “Malibu”, e dopo un caloroso saluto lascia il palco insieme ai suoi.
Ciò che è lampante dopo una tale performance è come quest’artista sia magnetico, elettrizzante e abbia una presenza scenica magistrale. È riuscito senza nessuna sbavatura o screziatura a portare a termine un live set dinamico, eseguendo assoli spaziali e non concedendosi un solo errore lungo tutto il concerto. Anderson .Paak ha monopolizzato l’attenzione riuscendo ad animare il live e a mantenere le fila del set sempre tese, alternando momenti di pura adrenalina ad attimi di totale empatia per le sue situazioni passate abilmente narrate. Averlo avuto finalmente da headliner in Italia è stato un dono, vedere un artista così versatile e dinamico, che inoltre sul palco rende ancora di più senza pecca alcuna, non può che suggerire come Anderson .Paak non abbia ancora mostrato al mondo il meglio che musicalmente può offrire.
SETLIST: Come Down – The Waters – Glowed Up – The Season/Carry Me – Put Me Thru – Heart Don’t Stand A Chance – Get Bigger (NxWorries) – Dang! – Room In Here – Withou You – Might Be – Miss Right – The Bird – Am I Wrong – Light Weight – Silicon Valley – I Miss That Whip – Suede (NxWorries) – Luh You —ENCORE— Milk N’ Honey – Drugs – The Dreamer