Il maestoso castello medievale che regna indisturbato nella Piazza Castello di Castelbuono è da anni lo scenario dello Ypsigrock Festival. Quest’anno è arrivato alla sua undicesima edizione, da sempre il palco del festival ha visto alternarsi nomi di un certo interesse per i cultori della buona musica, dai La Crus, Blonde Redhead, Marlene Kuntz, Afterhuors delle prime edizioni fino ai Motorpsycho delle più recenti, ed anche per il 2007 ha mantenuto la promessa. I nomi? Drink to me, Joe Lally (Fugazi), Mouse on Mars ed Architecture in Helsinki. Io ero presente all’ultimo giorno, in cui sul palco hanno presentato in anteprima il nuovo album “Place like this” gli Architecture in Helsinki. A riscaldare l’atmosfera sono saliti sul palco i Waines da Palermo, con il loro rock’n’roll trascinante, allegro e ben suonato sono stati degli ottimi apripista per il gruppo australiano. Eccoci finalmente, salgono gli Architecture in Helsinki, ma quanti sono? Quanta strumentazione sul palco? E soprattutto quanto colore… Sono sei folli, ognuno con il suo ruolo ben preciso ma nello stesso tempo intercambiabili, passano da strumento a strumento con una rapidità sconcertante, e nel frattempo non finiscono di tirare fuori qualsiasi cosa possa produrre un suono. Sono degli ottimi trascinatori di folle, il pubblico partecipa con simpatici coretti e loro ringraziano leggendo a turno frasi scritte in italiano per esprimere la loro gioia di trovarsi in Sicilia. Ma la parola che echeggia più di tutte, e che sembra abbiano imparato con più facilità, è: minchia!! Che dire: in questo i siciliani sembrano andar fieri o almeno ci scappa una risata. I pezzi sono quelli del nuovo album, anche se non li conosce nessuno, la gente balla, batte le mani a ritmo, i loro suoni così orecchiabili e allegri non possono lasciare indifferenti. Però come ogni cosa, anche questo concerto ha una fine, ma sembra che nessuno li voglia lasciare andar via, si reclama in coro il classico “fuori” e loro tornano, quasi commossi per la calda accoglienza ottenuta. Altri tre brani e poi è davvero la fine. Non sarà il coro continuo del pubblico a convincerli a tornare sul palco a suonare, pazienza ci si rassegna. Intanto nel cielo di Castelbuono cominciano a esplodere dei colorati fuochi d’artificio per dichiarare concluso il festival, fa molto festa di paese, ma ci può stare anche questo.
A cura di Emanuela Castorina