Li avevamo lasciati nel Maggio del 2022 in apertura alle date italiane dei Mogwai, quando i bdrmm avevano il loro primo omonimo album da proporre e tanto da imparare. Li ritroviamo adesso con un secondo lavoro in studio, “I Don’t Know”, uscito lo scorso anno e finito in un bel po’ di classifiche finali del 2023, un disco che ha visto una decisa maturazione delle sonorità del quartetto inglese, complice probabilmente la vicinanza a delle leggende come la formazione scozzese e il passaggio alla loro Rock Action Records. Una maturazione, quella dei bdrmm, che si riscontra anche dal vivo e non poteva essere altrimenti. All’Arci Bellezza la serata è di quelle speciali, sold out da un pezzo già in prevendita, e i bdrmm fanno di tutto per rispettare le aspettative mostrate dal pubblico milanese.
Al netto dei pezzi (che ci sono, decisamente) e della loro verve sul palco (che c’è eccome anch’essa), è la varietà di soluzioni attraverso le quali la musica dei bdrmm si svolge a convincere pienamente: in barba a etichette e definizioni, loro sfoggiano le vene dream pop e shoegaze della prima ora e le mischiano abilmente a certi cenni post punk (si sentono un sacco di Cure e, ad ascoltarli su disco, la cosa non era poi così evidente) e un costante impianto post rock che paga pegno proprio ai “padroni di casa discografici” Mogwai. Non un male, tutt’altro, visto il modo in cui le progressioni chitarristiche sferzano la platea del Bellezza, in piena tradizione post.
La setislit propone praticamente tutto quello che i bdrmm hanno fatto finora, così si parte con il trittico Alps, Be Careful (che tocca per la tangente il mondo Radiohead) e It’s Just A Bit Of Blood, che aprono il concerto così come aprono il loro nuovo album, dando un saggio di come nella dimensione live questi secondi bdrmm mutino sensibilmente approccio, molto più sanguigni e scroscianti rispetto al cesello utilizzato su disco. Troviamo Mud, singolo stand alone non compreso in nessuno dei due dischi della band, poi If… e Happy dal primo album che diventano dei veri e propri viaggi rumoristici, infine Port che chiude tutto con la sua ritmica a tratti industriale che dal vivo si fa devastazione e fragore.
A conferma di quanto di buono scritto e detto in giro riguardo “I Don’t Know”, i bdrmm stanno dimostrando con questo tour da protagonisti come abbiano ampiamente le carte in regola per muoversi in quei territori ibridi che tanto (ci) piacciono, senza perdersi in scimmiottamenti ma restando sempre attenti alla propria identità . Un’identità fatta di elettronica e chitarre e melodie agrodolci che s’incastrano e si scornano fra loro fino ad andare meravigliosamente d’accordo. Una realtà a dir poco interessante.