Con appena due album all’attivo, i Bellini sono senza troppi fronzoli uno dei migliori side project dell’intero panorama indipendente internazionale. Ed il pubblico catanese accorso ai Mercati Generali per vederli all’opera on stage sembra conoscerli molto bene, non fosse altro perché il cinquanta per cento della formazione è “di casa”, ovvero Agostino Tilotta e Giovanna Cacciola degli Uzeda. Ad aprire le porte alla gente che lentamente va affollando la location catanese, ci sono gli Hoovers, formazione “indigena” che presenta un buon garage rock a cavallo fra Pixies e NOFX che risulta gradito alla platea. Giusto il tempo di qualche accorgimento tecnico ed è la volta dei Bellini a presentarsi sul palco: qualche grida di incitamento verso i due italiani e poi subito le prime note di A Short Tale / Medusa a surriscaldare gli animi. Il basso di Matthew Taylor (già con i The Romulans) si impone come substrato costante del sound della band, mentre il batterista Alexis Fleisig (lo stesso dei Girls Against Boys) picchia sulle pelli come un ossesso non facendo affatto rimpiangere il primo – e più quotato – drummer della band, il Don Caballero Damon Che. La scaletta prevista per la serata prevede in ordine pressoché preciso la riproposizione cronologica dei pezzi che compongono “Snowing Sun” (2002) e “Small Stones” (2005), i due lavori a nome Bellini; ed infatti, la prima parte del set vede l’esecuzione della già citata “A Short Tale / Medusa”, e poi di Marranzano, Patience And Passion In Brown Gloves e Conflict Between Fire And Wet Wood, tutti pezzi estratti dall’album d’esordio della band italo-americana. Una volta che poi, conRaymond, si passa ai brani di “Small Stones”, sarà l’album del 2005 a catalizzare la serata: in ordine sparso i Bellini ne riproducono l’intera tracklist, eccezion fatta per “The Switched Lovers” che non trova posto nella setlist. I brani si susseguono senza soluzione di continuità, Fleisig sembra una piovra per come si agita alla batteria, ma il vero protagonista – così come negli Uzeda – è Tilotta, col suo chitarrismo estremo, nervoso ed a tratti forzato che ipnotizza i padiglioni auricolari dei presenti, mentre la Cacciola dà ancora una volta dimostrazione che di voci come la sua in questa penisola non ce ne sono poi tante. La chiusura è affidata a due dei pezzi migliori di “Small Stones”, il singolo The Buffalo Song edAgatha, che interrompono momentaneamente il concerto; giusto qualche secondo di riposo ed i quattro sono nuovamente ai loro posti, pronti per un encore che, insieme alla b-side Never Again, ritorna a “Snowing Sun” con Rut Row e The Best Song On A Starship. E’ tutto per questa sera, nella speranza di non dover attendere ancora molto per una nuova uscita discografica di una band che non risente affatto della scomoda etichetta di “side project”.
SETLIST: A Short Tale / Medusa – Marranzano – Patience And Passion In Brown Gloves – Conflict Betweem Fire And Wet Wood – Raymond – Chaser – Topofante – Room Number Five – Fuck The Mobile Phone – Smiling Fear – The Exact Distance To The Stars – Not Any Man – The Buffalo Song – Agatha —bis— Never Again – Rut Row – The Best Song On A Starship
A cura di Emanuele Brunetto