Duo acoustic show. Così era stata annunciata questa tappa italiana di Beth Orton, un’unica data nel nostro Paese per presentare dal vivo “Sugaring Season”, lavoro che l’ha vista tornare sulle scene dopo sei anni e la maternità. E quale miglior modo per rifarsi viva che ripartire da una dimensione intima, tanto per la location scelta (l’ottima sala, decisamente jazz, de La Salumeria della Musica) quanto per il “duo” che l’accompagna, ovvero il marito Sam Amidon. Una serata in famiglia, verrebbe da dire. E’ infatti lo stesso Amidon ad aprire per la moglie, eseguendo qualche brano anch’egli in acustico, accompagnando la sua voce ai soli banjo e chitarra. Il pubblico applaude convinto, la verve anche ironica dei vocalizzi di Amidon si fa decisamente apprezzare. Alle 22.15 bollate sale sul palco Beth e tocca subito a Magpie, brano che apre la sua esibizione milanese così come il nuovo album. Risulta chiaro fin dai primi accordi come gli arrangiamenti dei pezzi saranno ridotti all’osso per tutta la durata del concerto. Il che fa perdere in parte la ricercatezza delle incisioni in studio ma, parallelamente, mette in evidenza quello che è poi l’elemento fondamentale per cui in questo venerdì sera qualche centinaio di persone ha scelto La Salumeria della Musica: la voce della Orton. Garbatamente modulata, cristallina come la pioggia delle campagne inglesi, il protagonismo vocale di Beth è sempre in primo piano ma mai presuntuoso. Gran parte della setlist è, com’era inevitabile, incentrata su “Sugaring Season”: ci sono State Of Grace, Mystery, Poison Tree, la meravigliosa e ammaliante Something More Beautiful, Call Me The Breeze e Candles. Non è forse un caso che manchino, dalla tracklist dell’album, brani come “Down Chorus” e “Last Leaves Of Autumn” (che, lo ammettiamo, aspettavamo con ansia), fra i più articolati musicalmente parlando dell’intero lavoro, quindi forse poco “adatti” alla minimale strumentazione on stage. Per il resto, ci sono quei pezzi che t’aspetti Beth proponga: le più recenti Safe In Your Arms e Shopping Trolley, eseguite in sequenza, e poi suoi classici come Central Reservation – più che applaudita – e Sugar Boy. Il marito l’asseconda a tratti nei controcanti, altre volte invece si fa da parte lasciando tutto nelle mani di Beth. Quando il set finisce è la volta del consueto encore, affidato a Stolen Car e O-o-h Child, cover di un pezzo soul dei Five Stairsteps che chiude l’intera serata dopo poco più di un’ora. La Orton si conferma una delle voci più eleganti in circolazione e questa sua svolta marcatamente folk le rende la giustizia che merita.
SETLIST: Magpie – State Of Grace – Touch Me With Your Love – She Cries Your Name – Central Reservation – Mystery – Poison Tree – Something More Beautiful – Safe In Your Arms – Shopping Trolley – Sugar Boy – Concrete Sky – Call Me The Breeze – Candles – Pass In Time —encore— Stolen Car – O-o-h Child