Il fatto che i Black Rebel Motorcycle Club avessero scelto per la loro tappa milanese una location piccola come i Magazzini Generali mi aveva fatto temere in un Estragon semivuoto. Invece il club bolognese è quasi sold out, a testimonianza del meritato seguito che la band californiana si è guadagnata in questi anni anche in Italia. Il live è aperto dai newyorkesi Zaza, che con le loro sonorità dark risultano pertinenti alla serata, anche se diventano noiosi dopo appena un paio di canzoni: sarò sincero, questo revival della new wave che dura ormai da dieci anni sta iniziando a rompermi seriamente le palle. Il discorso cambia quando salgono sul palco Peter Hayes e Robert Levon Been, coadiuvati dalla ex turnista dei Raveonettes Leah Shapiro: il live è tiratissimo, e ripercorre le varie tappe della discografia dei BRMC con un occhio di riguardo al nuovo lavoro “Beat The Devil’s Tattoo”. Pur spaziando tra più generi (blues, folk, garage rock, shoegazing) i Black Rebel producono un suono coerente e compatto, caratteristica fondamentale per un buon concerto rock. L’hammond è sapientemente usato col contagocce, certi riff passati ormai alla storia (Spread Your Love, Whatever Happened To My Rock’n Roll) fanno il resto. E non che le nuove canzoni siano da meno: ascoltareShadow’s Keeper e Conscience Killer per credere, anche se è con Bad Blood che i BRMC calano l’asso vincente. Difficile togliersi dalla testa questa canzone, l’ascolto è consigliatissimo. Finito il live oltre la mezzanotte, si continua a ballare musica rock, mentre a Milano ormai da qualche anno spesso si preferisce far cominciare i concerti alle 20,30 perché entro un paio d’ore devi star fuori dal locale per far spazio a qualche serata house. Stavolta è capitato ai fan milanesi dei BRMC, in passato capitò a me per i Death In Vegas. Vi garantisco che la sensazione è spiacevolissima: si perde quella dimensione umana (già assente nella vita di tutti giorni) che è componente fondamentale di un concerto rock. Un conto è poter bere una birra con un artista che stimi sinceramente, un altro è essere cacciato dalla security per far ballare musica di dubbio gusto. E scusate se è poco.
(“Beat The Devil’s Tattoo” live @ Estragon, Bologna)
A cura di Karol Firrincieli