Tra i fenomeni cantautoriali di questo inizio 2012, candidato fin da adesso alla top ten delle migliori uscite italiane dell’anno, Lorenzo Urciullo aka Colapesce sbarca ai Mercati Generali di Catania per la prima tappa siciliana del suo tour. Un girovagare per l’Italia che, tra disavventure logistiche (di cui ha narrato lo stesso Lorenzo sui suoi social network) e un notevole successo di pubblico, sta pian piano confermando le aspettative e le ottime recensioni ricevute (compresa quella de Il Cibicida). Il palco dei Mercati Generali è illuminato a giorno da tre grandi neon blu elettrico che preannunciano il personalissimo light show in programma per la serata. Alle 23.00 bollate la band entra in scena, Lorenzo indossa un casco da astronauta che – combinato alle sopraccitate luci e al giubbino cosparso di led fluorescenti gialli – rende benissimo quel concetto di “spaziale” più volte richiamato in “Un meraviglioso declino”, l’esordio sulla lunga distanza del siracusano. A farla da padrone è ovviamente l’album, eseguito praticamente per intero (resta fuori la sola “Il mattino dei morti viventi”) anche se in ordine sparso: s’inizia con Restiamo in casa e già per la seguente Un giorno di festa il casco torna in camerino, complice la temperatura in sala. I nuovi brani sono intervallati da Fiori di lana, estratta dall’eponimo ep di Colapesce datato 2010 (così come gli encore Niente più e Amore sordo). Tra le più apprezzate sicuramente La distruzione di un amore (eseguita da Urciullo in solitario con la sua chitarra), Oasi e I barbari, quest’ultima dedicata “ai cretini”. Qualcuno tra i presenti s’aspetta che venga riproposta in setlist anche “Gli anni”, ottima cover degli 883 realizzata in salsa shoegaze da Colapesce per una compilation uscita per festeggiare il ventennale di “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”; così non è, ma né ciò né qualche problemino con l’impianto riescono a rovinare uno spettacolo di sicuro impatto. La semplicità con cui Colapesce parla d’amore è piuttosto evidente già su disco, ma è dal vivo che si percepisce come il risultato sia parecchio trasversale: le coppiette in sala, sentendo le parole e le metafore agrodolci di Urciullo, si scambiano sorrisi, s’abbracciano e s’immergono nell’ascolto con evidente immedesimazione. E, in fondo, cos’è un live se non questo? Aspettative confermate, si prevede un roseo futuro artistico per il progetto Colapesce.
SETLIST: Restiamo in casa – Un giorno di festa – Satellite – S’illumina – Fiori di lana – Quando tutto diventò blu – La distruzione di un amore – Oasi – Sottotitoli – La zona rossa – I barbari – Bogotà —encore— Niente più – Le foglie appese – Amore sordo
A cura di Emanuele Brunetto