I Cul De Sac del chitarrista Glenn Jones sono stati, certamente, tra gli alfieri del cosiddetto post-rock americano. Nel loro caso, un post-rock votato certo verso la matrice jazz, vero e proprio cardine dei movimenti musicali di Boston (la loro base) ma nono solo. Infatti le suite architettate dai quattro, hanno negli anni detto qualcosa d’importante anche per il capitolo di certa psichedelia con chitarre che se ne vanno irraggiungibili e strumenti che recitano un fedele e acido girotondo tra tribalismi, impennate titaniche ed inconfondibili voli d’ambient. Negli anni novanta, assieme a gente come Tortoise, Slint, Super Furry Animals, i Cul De Sac hanno licenziato i loro dischi migliori (vedi “Ecim” ’91). Oggi, con alle spalle dischi come “Death Of The Sun” e “Abhayamudra” (doppio live del 2004), gli americani del Massachussetts sono volati in Italia per una serie di show divisi tra esibizioni più dure e la serie atmosferica dei pezzi che accompagnano una virtuale soundtrack del “Faust” di Murnau. Al Sinister Noise di Roma il combo bostoniano è arrivato in silenzio, come da loro stile. Il più estroso, la new entry Gavin McCarthy (ex batterista dei Karate), sedeva alla batteria mostrando uno degli stili batteristici più interessanti degli ultimi anni. Lui ha portato alle caratteristiche dei Cul De Sac quel “tocco” jazzy che nell’occasione ha allungato i brani, ancor di più del solito, facendo diventare l’esibizione una vera e propria jam session cocciuta, insistente. Nulla da dire sullo stile di questi cinquantenni: pulizia del suono, lavorio incessante, instancabile, intrecci sonori di grande impatto emotivo. Forse solo qualche esercizio di stile di troppo e qualche minuto di show in meno di quanto si potesse sperare, ma comunque sempre onesti nel suono e nelle trame strumentali. Una esibizione d’impatto, di impennate chitarristiche e ritmo incessante. I pezzi finali dedicati al corredo sonoro del film di Murnau “Faust” hanno deviato il tiro su suite più oscure, sinuose, dark. Un vero e proprio culo di sacco nel quale lo spettatore è intrappolato per mano della magnetica e vibrante trappola della band di Boston. Solo per un po’ però.
SETLIST: Nico’s dream – Sands of Iwo Jima – Pkt – On the roof of the world – Fenomenologia /energia (tributo a Franco Battiato) – Our puppet selves – Lauren’s blues – Doldrums – Damnation alley
A cura di Riccardo Marra