“Gothic Lolita” ha un suo angolo al Blackout. Vende vestiti alla Carmilla, fantasie nere di merletti, top e laccetti. La proprietaria è avvolta in un lungo abito ottocentesco e sfoggia un make-up da reminiscenze stokeresche. D’altra parte la discoteca romana è tutto un bagno dark per il concerto dei D.A.F. Deutsch-Amerikanische Freundschaft, ovvero amicizia tedesco-americana, ovvero tra quelli che, in Germania negli anni ‘70, vollero ribellarsi al dominio del rock inglese mostrando come anche i crucchi avessero qualcosa da aggiungere alla rivoluzione culturale del periodo. Ci furono i Krauti e ci furono loro che portarono pulsazioni elettroniche, umori industriali (sì, qualcuno li definisce padri dell’industrial), testi plurali ed esplosioni carnali. Insomma, un po’ di tutto. Un mix chiamato anche elettro-punk esattamente come le creste che, elettricamente appunto, stanno sull’attenti nelle teste del pubblico del Blackout. Di questo strano miscuglio di generi e storie, Gabi Delgado è la perfetta sintesi, nonostante i cinquantacinque anni e gli oltre trent’anni di distanza dal debutto nel 1978. Delgado è in ottima forma, non si ferma mai. Canta, si dimena, si inzuppa d’acqua. E da solo riesce a non fare sentire la mancanza di una band ai suoi lati. C’è solo Robert Görl alle sue spalle a gareggiare, martellando di batteria, con le pulsazioni elettroniche. Un’ora e un po’ e il punk colorato dei D.A.F. è servito: Verschwende Deine Jugend, Mein Herz Macht Bum, Sex Unter Wasser, Sato Sato, Alle Gegen Alle, Kebab Träume raccontano di storie osè, di un cambiamento che ha fretta di spappolare l’asfalto in cui è sotterrato, di Germania, di voglie. Il Blackout è discoteca e teatro. Il pubblico poga e si muove roboticamente. Ci sono dark, punk, teste rasate, corpi nudi fasciati di calze a rete e tubini scuri. E c’è la storia di un genere, quando Delgado e Görl partono con Der Mussolini. Il brano più celebre dei D.A.F. Una danza surreale che vede coinvolte le più atroci icone del novecento. Un ballo da superstar. Balla Mussolini sculettando ai ritmi dance campionati dai D.A.F. Tutto è più leggero. Ora.
(“Der Mussolini” live @ Blackout, Roma)
A cura di Riccardo Marra