L’ultima volta (coincidente anche con la prima) che avevamo visto esibirsi gli inglesi Esben And The Witch era stata all’Ypsigrock Festival 2011. Ai tempi i tre avevano fuori solo “Violet Cries”, il loro acclamato disco d’esordio, ma il responso del pubblico fu tutt’altro che tiepido, complici probabilmente la bella stagione inoltrata e la dimensione festival che accresce sempre un po’ i numeri di ciascun artista. Per la prima delle tre date che in questo mese di Maggio gli Esben And The Witch hanno previsto in Italia, al Circolo Magnolia di Milano, l’affluenza è sinceramente deludente, con non più di un centinaio di persone a presiedere davanti al palco. A dirla tutta, c’aspettavamo qualcosa di più, anche perché in città non c’è molto altro in programma la stessa sera in quanto ad attività live.
Poco male, la nota positiva è che così riusciamo a piazzarci praticamente in prima fila, proprio davanti al piccolo palco allestito per l’occasione. Alle 23.00 bollate Rachel Davies & Co. si presentano on stage. La performance dei tre inglesi ha inizio così come inizia “Wash The Sins Not Only The Face”, il loro secondo album pubblicato pochi mesi fa, ovvero con Iceland Spar. I cenni shoegaze presenti nella versione su disco, dal vivo si diradano un po’ divenendo decisamente più scarni. La setlist della serata non sarà lunghissima, poco più di un’ora di durata per appena dieci brani eseguiti, dei quali gran parte – com’era prevedibile – dall’ultimo lavoro.
Ci sono così Slow Wave, il trasognato singolo Deathwaltz, Despair, Yellow Wood e il meraviglioso binomio finale composto da The Fall Of Glorieta Mountain e l’annacquatissima Smashed To Pieces In The Stille Of The Night, che chiudono tanto il concerto di questa sera quanto l’album stesso. Le uniche eccezioni alla tracklist del lavoro di quest’anno sono, però, di tutto rispetto: in primis Marching Song, cavallo di battaglia da “Violet Cries” eseguito in una veste più velocizzata del solito, ed Eumenides, altro punto forte dello stesso disco. E poi Lucia, At The Precipice, primissimo singolo della band pubblicato già prima dell’esordio.
Nonostante qualche problema tecnico con la strumentazione, con qualche spia che fa le bizze più di una volta, il concerto – complice anche la breve durata – fila via tutto d’un fiato. La streghetta Rachel ringrazia giusto un paio di volte il pubblico per poi ripiegarsi su se stessa e sul suo basso. Quando il concerto finisce, appena un paio di minuti di pausa e poi dritti al banchetto del merchandising, dove la band si dimostra più che disponibile ad autografare album e scattare foto, donando ancor di più alla serata quel tocco “intimo” che ci piace moltissimo. Ma la domanda resta: dov’era la gente? Forse c’è sfuggito un altro evento irrinunciabile…
SETLIST: Iceland Spar – Slow Wave – Marching Song – Lucia, At The Precipice – Deathwaltz – Despair – Yellow Wood – Eumenides – The Fall Of Glorieta Mountain – Smashed To Pieces In The Still Of The Night