Va bene, è inutile girarci intorno: i Giardini Di Mirò quando sono solo strumentali hanno qualcosa in più. Forse perché lo sono nati “senza voce”, forse perché nei loro pezzi il cantato è un elemento aggiunto, quasi mai perfettamente integrato col resto. Così assistere alla sonorizzazione de “Il Fuoco”, muto di Giovanni Pastrone del 1916 basato su un testo di D’Annunzio, provoca un’emozione particolare. I nostri, ai lati di un grande schermo, illuminati di una debole luce verde, che s’impastano con i fotogrammi traballanti della pellicola. A Roma l’evento trova ospitalità in un Teatro Piccolo Eliseo velocemente esaurito. “Il Fuoco” è un film recentemente restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e che stupisce per la sua modernità nonostante i suoi quasi cent’anni di esistenza. I Giardini hanno messo sul palco un lavoro musicale minuzioso e ben fatto seguendo, con le loro suite grondanti passioni, l’evolversi, in tre atti, di un’infuocata storia d’amore tra un pittore ed una nobile poetessa – interpretati da Febo Mari e Pina Menichelli – conosciutisi per caso un giorno in una villa. Tre atti per l’appunto: la favilla, la vampa, la cenere. Tre passaggi del melodramma che porterà i due a innamorarsi colti da colpo di fulmine, amarsi perdutamente nel fuoco della passione, e poi sbriciolarsi nella cenere dell’addio o, come recita uno dei cartelli del film, nell’ineluttabilità del “non v’è sogno senza risveglio”. Quasi un’ora di pellicola e di colonna sonora in presa diretta senza interruzioni, la donna ruba il cuore dell’uomo con la sua bellezza e con quella dei suoi versi poetici, lo rapisce tra le mura di un antico palazzo e poi lo abbandona, facendo finta di non conoscerlo in presenza del marito ritornato da un viaggio. Dunque tutta la gamma dei sentimenti d’amore servita nelle mani dei Giardini Di Mirò, niente di meglio. Violino, flauto, la chitarra penetrante di Corrado Nuccini, l’ululato di Jukka e poi, ancora batteria struggente, passaggi di sintetizzatore e tastiera nelle fasi più drammatiche del film, fino alla chiusura stordente a musicare gli occhi martoriati del pittore tradito da un amore passeggero da cui è rimasto irrimediabilmente scottato.
(Sonorizzazione del film “Il Fuoco” @ Museo del Cinema di Torino)
A cura di Riccardo Marra