Chi abita a Milano è spesso abituato ai concerti sotto casa o a poche fermate di metro. Nell’hinterland del capoluogo lombardo sono però presenti molte realtà floride, che vanno da gloriosi club con programmazione internazionale (Bloom, Live Club) a tanti Circoli Arci che riescono a replicare le date milanesi di artisti italiani di tutto rispetto. È il caso di Giorgio Ciccarelli che, dopo avere debuttato all’Arci Ohibò, ritorna in zona all’Agorà di Cusano Milanino. Sembrerà strano, ma il locale ha un suo fascino innegabile: in una zona industriale della provincia milanese tutto ti aspetti tranne che un circolo Arci. Eccolo li, invece: accogliente, spazioso, ottimo cibo. L’attesa è dunque allietata dall’ambiente piacevole ed è una fortuna, visto che la prima band della serata – i Dust – inizia il proprio set alle 23.30.
L’affluenza all’Agorà non è delle migliori, la concorrenza del concerto-evento dei Fast Animal And Slow Kids all’Alcatraz – con relativo hype annesso – si è fatta sentire. Tornando alla band d’apertura, c’è da dire che il sestetto milanese sta facendo ancora gavetta, ma s’intravedono ottime potenzialità. La loro formula musicale attinge da varie fonti (pop rock, new wave, dream pop) ma una manciata di pezzi suona davvero bene. Promossi.
Un’ora dopo è la volta di Giorgio Ciccarelli, che continua instancabile il suo tour lungo tutta la penisola. Tanta era la curiosità nell’ascoltarlo live, dopo il suo ottimo esordio solista con “Le cose cambiano”. L’attesa è stata ripagata, visto che l’ex Afterhours è protagonista di un set tiratissimo (eseguito ad un volume forse eccessivo), che non può che lasciare ampiamente soddisfatti i presenti. L’imponente presenza scenica di Ciccarelli è sinceramente impressionante, così come le motivazioni che lo accompagnano in questa nuova avventura solista.
In genere gli artisti distribuiscono sapientemente i pezzi migliori a inizio e fine concerto, ma non è il caso di stasera: Ciccarelli – accompagnato da una band affiatatissima – decide di concentrare il meglio nella parte centrale della setlist. Quelli che sono i suoi brani più incisivi (Più vicino, Amore è una parola, Venga il tuo regno, Tu sei l’onda, Le cose cambiano) vengono proposti in sequenza, uno dopo l’altro, tanto belli quanto diversi tra loro. Rock diretto ma variegato, merce rara in Italia.
L’impressione è che se Ciccarelli riuscirà a sfornare una manciata di canzoni altrettanto valide nei prossimi album, sarà in grado di imbastire dal vivo setlist di livello eccellente, finendo per guardare parecchie realtà italiane dall’alto verso il basso. I presupposti sono più che buoni, noi attendiamo.