Fa sempre un certo effetto ritrovarsi al cospetto dei Godspeed You! Black Emperor, perché sul palco sono in tanti e incutono un po’ di timore con il loro glaciale distacco nei confronti della platea, come se ai loro piedi non ci fosse nessuno. Eppure i Magazzini Generali di Milano sono imballati come poche altre volte, di gente ce n’è davvero tantissima, tanto in sala quanto appollaiata sulle due balconate ai lati del locale, praticamente dappertutto.
Se avete già avuto modo di vedere all’opera questo ensemble canadese, saprete perfettamente che il loro post rock s’è trasformato col passare degli anni in una delle espressioni artistiche più sperimentali in circolazione, fatta non solo di musica ma anche di immagini. I climax, la corresponsione tra lo stridore che tirano fuori dagli strumenti e i visual che scorrono alle loro spalle, fa tutto parte di un percorso di ascesi mistica che spesso, ormai quasi sempre, prende il via con la dolcezza del contrabbasso e del violino di Hope Drone e si chiude con i droni da fine del mondo di The Sad Mafioso.
Nel mezzo, quello che fanno i Godspeed You! Black Emperor è qualcosa di parecchio distante dalla canonica forma “concerto”, perché i pezzi della setlist sono pezzi dei loro album o pezzi di pezzi dei loro album, messi in sequenza in modo quasi indistinguibile e apparentemente disordinato, a mo’ di medley, non tanto della produzione di una band quanto di un vero e proprio concetto sonoro, il loro.
Così il sassofono ruba la scena alle chitarre, che a loro volta s’inseguono e si pugnalano alle spalle l’una con l’altra, mentre la batteria gioca col jazz e sullo sfondo si susseguono edifici abbandonati, cemento, poi foreste, un cervo con le sue corna minacciose, rarefazioni e astrattismi vari ed eventuali che ti portano a concentrarti più su essi che su quello che stai ascoltando. Un effetto straniante che poche altre band riescono a suscitare sul proprio pubblico. Un effetto che almeno una volta va provato e affrontato, se non l’avete già fatto, perché di formazioni come questa non ne nascono più.
SETLIST: Hope Drone – Bosses Hang – Glacier – Fam/Famine – Undoing A Luciferian Towers – Cliff – The Sad Mafioso