No, non era la prima edizione dell’Ipecac Festival quella andata in scena all’Alpheus di Roma, anche se la presenza di due delle band di punta dell’etichetta di Mike Patton avrebbe potuto trarre in inganno. Perchè vedere insieme la stessa sera, nello stesso luogo, una di seguito all’altra, due formazioni come ISIS e Dälek non è cosa di ogni giorno, pronte a presentare al pubblico italiano due delle migliori uscite del 2009, rispettivamente “Wavering Radiant” e “Gutter Tactics”. Sì, c’erano anche gli inglesi Transitional a completare il “cartellone”, ma è chiaro come tutte le attenzioni dei possessori dei preziosi ticket fossero rivolte alle due “ammiraglie” di casa Patton.
MC Dälek e Dj Oktopus si presentano sul palco che non sono ancora le 22:00 ed eseguono senza soluzione di continuità il proprio set, incentrato per la maggior parte sui brani del loro nuovo “Gutter Tactics”. C’è la title track, c’è quella Street Diction che rappresenta uno degli episodi più interessanti dell’album, ci sono No Question e 2012 (The Pillage). Il rappato al fulmicotone di Dälek è un tutt’uno con il programming di Oktopus, e anche un pubblico non certo avvezzo all’hip hop come quello accorso per gli Isis gradisce la performance del duo. Dälek osserva con sguardo diabolico il suo microfono, si apposta alle spalle di Oktopus nei momenti in cui questo è intento a far saettare le proprie basi, e non perde occasione di ringraziare i colleghi Isis, i Transitional e la Ipecac prima di lasciare lo stage con uno dei due Mac utilizzati sottobraccio.
Quando scoccano le 23:15 sono invece i cinque da Boston ad impossessarsi delle postazioni sul palco. Aaron Turner s’era già fatto vivo qualche minuto prima per gli ultimi accorgimenti, preparazione certosina di una band che dal vivo rende come poche altre. Le note di Hall Of The Dead danno inizio a poco più di ottanta minuti intensissimi in cui gli ISIS si confermano alfieri di un certo tipo di musica. Michael Gallagher violenta a ripetizione la sua chitarra, il cui suono spicca in mezzo al complesso impianto strumentale della band, mentre i due responsabili della sezione ritmica, Jeff Caxide (basso) e Aaron Harris (batteria), si scambiano ripetutamente sguardi d’intesa.
Il cantato growl di Turner riecheggia all’interno dell’Alpheus, e brani come Hand Of The Host e Threshold Of Transformation rendono giustizia a quanti considerano l’ultimo lavoro “Wavering Radiant” fra le migliori uscite a nome ISIS. Non c’è spazio per l’interazione col pubblico, i cinque scuotono i capi ad ogni affondo strumentale e quando l’esibizione è conclusa appare chiaro come si sia assistito al concerto di una fra le migliori band in circolazione. Dal vivo più sporchi e meno rarefatti che nella versione in studio, ma pur sempre musicisti con gli attributi, e il pubblico romano sembra esserne pienamente consapevole.
SETLIST: Hall Of The Dead – Hand Of The Host – Holy Tears – 20 Minutes / 40 Years – Wills Dissolve – Ghost Key – Threshold Of Transformation – Carry