Lo scrive anche sul blog che cura su Il Post (clicca qui per leggere) che la location in cui va di scena in quest’afoso sabato di luglio è meravigliosa. Joan parla della foresta di cactus (“l’unico posto al mondo in cui ho mai visto una cosa del genere”, dirà durante il concerto), delle palme, dei gelsomini e dei loro petali che cospargono il palco esterno dei Mercati Generali. Le piace il posto e non è un caso che questa sia la terza occasione in pochi anni che torna a suonarci, giusto una volta per ogni nuovo album. Un rituale che la vede passare dalla Sicilia per tenere a battesimo ogni sua pubblicazione e, stavolta, c’è “The Deep Field” da promuovere e presentare al pubblico catanese. La nuova creatura della Police Woman è un lavoro ricercatissimo che sta avendo il successo di critica che merita, e non è infatti un caso che quasi l’intera setlist sia incentrata su di esso. Perché i pezzi contenuti nell’album sono tutti abbastanza lunghi e perché, in effetti, sarebbe davvero un peccato penalizzarne qualcuno a favore dei vecchi brani, con tutto il rispetto per i primi due capitoli della discografia della Wasser. Introdotta dall’australiano Scott Matthew, col suo set minimale chitarra/voce (regalerà ai presenti anche una sua personalissima versione di “No Surprises” dei Radiohead), Joan e band salgono sul palco intorno alle 23.30. Come detto, a susseguirsi sono quasi esclusivamente le nuove tracce, dal ritmato singolo The Magic all’ipnotica Flash, passando per Nervous, Chemmie e I Was Everyone (quest’ultimo “un brano che parla di Giovanna D’Arco”, come annuncia la stessa Joan). Superato anche un piccolo intoppo (un microfono “fischiante” intontisce per qualche secondo la Wasser, che ironicamente definisce il momentaneo impaccio come un “amazing feeling”), il concerto fila via liscio e senza interruzioni per la sua canonica ora e mezza di durata, con tanto di pensiero rivolto ad Amy Winehouse, scomparsa prematuramente nel pomeriggio e definita da Joan “una ragazza piena di talento” (e anche di questo parla nel blog linkato poco sopra). La songwriter americana si sposta ora alle tastiere ora alla chitarra, fasciata nel suo vestito bianco e sorretta da un paio di scarpe luccicanti che sarebbe meglio definire “trampoli” tanto sono alte, mentre ai cori si alternano gli altri due membri della band (batteria e tastiere/synth). L’eleganza di “The Deep Field” non viene meno neanche dal vivo, ponendo l’accento su un’artista ormai completa che ci auguriamo di rivedere nuovamente da queste parti anche prima del prossimo album. I gelsomini e i cactus sono lì ad attenderla.
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A cura di Emanuele Brunetto