Non assistevo ad un live dei Julie’s Haircut dal lontano 2002, e devo ammettere che la sensazione principale è quella di ascoltare un’altra band. Abbandonati gli esordi garage e l’ottima parentesi pop di “Adult Situations”, il gruppo di Sassuolo è ormai dedito a tempo pieno ad un rock strumentale psichedelico ed elettronico, che più che ad una evoluzione rispetto ai primi album fa pensare ad un netto punto di rottura col passato. Il Wake Up di Pescara presenta un’ottima cornice di pubblico che ha sfidato un tempo infame (a tratti nevicava…) per godersi questo concerto che vede il debutto alla batteria del bravissimo Titte, all’anagrafe Ulisse Tramalloni. La splendida Sleepwalker, non a caso scelta per aprire il live, è l’unica concessione “melodica” della serata: nel resto della scaletta infatti le parti cantate sono un semplice contorno alla sperimentazione sonora dei Julie’s. Sperimentazione che, nonostante il giudizio complessivo del concerto sia più che positivo, a tratti risulta forse eccessiva. Alcune canzoni infatti convincono molto (Death Machine) altre meno (come il post-rock un po’ scontato di Hidden Channel Of The Mind). Probabilmente c’è troppa carne al fuoco, tant’è vero che ad un orecchio attento le influenze sonore sembrano molteplici: non solo kraut rock, ma anche campionamenti che rimandano ai Death In Vegas ed addirittura ai Nine Inch Nails. Forse per il futuro un parziale ritorno alle origini sarebbe opportuno, ma chi siamo noi per stabilirlo? D’altronde i ragazzi suonano principalmente per divertirsi, con la stessa passione di sedici anni fa, non risparmiandosi affatto sul palco. Esco dal locale con una certezza: fa sempre bene assistere ad un concerto dei Julie’s Haircut. Il collettivo emiliano ci ricorda, qualora ce lo fossimo scordati, cosa voglia dire fare musica indipendente nel nostro paese. La coerenza di questi ragazzi ormai cresciuti è infatti il loro principale punto di forza. A troppi musicisti negli ultimi anni in Italia è stata conferita la patente di alternatività, salvo poi svendersi alla prima occasione o, peggio ancora, rimanere schiavi dei classici cliché che dominano la presunta scena indipendente italiana (indipendente da cosa, poi?). Non è questo per fortuna il caso dei Julie’s Haircut, che meritano quindi il nostro massimo rispetto.
(“Satan Eats Satan” live @ Wake Up, Pescara)
A cura di Karol Firrincieli