Ogni tanto viene da chiederselo. Quando è successo? Quando è cominciata ufficialmente la moria di nuove rockstar, specie ormai in via d’estinzione? Già, perché al netto della buone novità rock che non mancano mai, è innegabile come negli ultimi venticinque anni non sia artisticamente nata una sola figura capace di esercitare il benché minimo magnetismo tra le masse. E se nei primi anni Duemila poteva reggere il discorso del dovere attendere – così come in altre forme d’arte – la stratificazione del tempo per far sì che qualcosa diventasse mito, nell’anno 2019 Dopo Cristo si può giungere a una conclusione piuttosto amara: dopo gli anni ’90, dopo la generazione dei vari Cobain, Cornell (pace all’anima loro), Vedder, Yorke e fratelli Gallagher, di rockstar vere e proprie neanche l’ombra.
Non ci è dato sapere se questo fenomeno sia dovuto all’eccesso del politicamente corretto, all’abuso del termine “indie rock” o alle nuove modalità di fruizione musicale, che spesso prediligono la qualità al posto della quantità: fatto sta che quei pochi nomi rimasti in circolazione tirano, tirano tantissimo, quasi “costretti” dai promoter a suonare nella nostra penisola ogni anno. E non è certo un caso che Liam Gallagher stia clamorosamente raggiungendo un successo solista sinceramente inatteso dopo il flop Beady Eye, dove l’ex frontman degli Oasis era accompagnato da altri membri della band di Manchester. Eccolo dunque in Italia anche questa estate, stavolta di scena al Collisioni di Barolo, splendido festival che si propone come versione mainstream del siciliano Ypsigrock: non sarà logisticamente comodissimo (anche se l’organizzazione si fa in quattro tra parcheggi e navette), ma la splendida e caratteristica location apre il cuore (e lo stomaco) degli spettatori, con i pochi Euro spesi per mangiare e bere divinamente che non fanno certo rimpiangere i token usati altrove.
Ad aprire la serata è la graditissima esibizione di Nic Cester, che oltre a portare avanti il suo progetto solista a forti tinte italiane è pure tornato nell’ultimo anno (soltanto in Australia) a calcare le scene con i Jet. A Barolo c’è spazio per sette canzoni tratte dal suo ottimo esordio solista “Sugar Rush” e per la celeberrima Are You Gonna Be My Girl, proposta in una versione vagamente blueseggiante, simbolo di un successo passato che sarebbe sbagliato rinnegare. Davvero bravo.
Alle 21:30 sale sul palco Liam Gallagher, anticipato da un coro da stadio del Manchester City e dall’ormai superclassica Fuckin’ In The Bushes. Il concerto si divide principalmente in tre parti, con quella centrale che vede protagonisti i brani della carriera solista di Gallagher, a differenza di un inizio e un finale caratterizzati da tanti successi degli Oasis. La coreografia è finalmente imponente nelle immagini, con un chiaro upgrade rispetto ai tour precedenti, la band (tra cui spicca il sempre ottimo Jay Mehler, già Kasabian e Beady Eye) è sempre più affiatata, ma a dominare la scena è sempre il Gallagher classe ’72, rigorosamente in parka nonostante il caldo padano.
Il live inizia con le trascinanti Rock ‘N’ Roll Star e Morning Glory, e con un attestato di stima (con somma gioia degli organizzatori del festival) da parte di Liam per la location, ritenendo gli abitanti di Barolo molto fortunati a vivere in un posto simile. Tra i brani solisti proposti fanno la parte del leone la sempre ottima Wall Of Glass e le nuove Shockwave e The River, segno di come il prossimo album si preannunci interessante.
È però con la discografia Oasis che Gallagher scalda maggiormente i cuori dei presenti, quasi tutti over 30: le versioni asciutte e ben riuscite di Columbia e Slide Away rimandano agli anni migliori della band di Manchester, mentre Wonderwall e Champagne Supernova vengono proposte in una modalità più intima, degna conclusione di un concerto davvero riuscito. Sembravano quasi passati di moda, invece l’hype attorno ai fratelli Gallagher si fa sempre più imponente, con Liam pronto a suonare nei più grandi palasport italiani a Febbraio: i tempi dei Beady Eye che non riuscivano a riempire neanche il Live Club di Trezzo sull’Adda sembrano davvero lontani.
SETLIST: Rock ‘n’ Roll Star – Morning Glory – Wall Of Glass – Greedy Soul – Bold – For What It’s Worth – Shockwave – Columbia – Slide Away – Roll With It – Universal Gleam – The River – Cigarettes & Alcohol – Wonderwall —ENCORE— Supersonic – Lyla – Champagne Supernova