“Emanué, stasera mi sono proprio divertito”, è questa la prima cosa che mi dice Mimì quando a fine concerto lo raggiungo nei camerini dell’Auditorium Fondazione Cariplo. Non sono sicuro sia il “divertimento”, quantomeno sotto al palco, la sensazione predominante trasmessa da un concerto dei Massimo Volume, ma è certo che il primo live milanese del tour a supporto del nuovo album “Il nuotatore” sia andato enormemente bene ed è certo che lì sul palco la cosa sia stata percepita eccome.
Le motivazioni di ciò stanno tutte in quei tre musicisti che da un bel po’ − ci stiamo avvicinando ai trent’anni d’attività − scrivono e continuano a scrivere la storia del rock italiano, senza aver mai, mai, mai fatto un passo indietro rispetto alla propria etica artistica: Emidio Clementi, Egle Sommacal e Vittoria Burattini, archiviato con successo un altro rimpasto nella formazione della band (fuori Stefano Pilia e dentro Sara Ardizzoni), hanno pubblicato un’altra meravigliosa istantanea della poetica di Clementi, uno che da “Stanze” (1993) a oggi ha avuto ben pochi competitor in quanto a finezza della propria penna.
Ci s’immerge, così, nella consueta ora e mezza di personaggi che intrecciano vicendevolmente le loro vite, di storie del passato che s’incastrano col presente narrandolo, di figure tangibili nella vita di Clementi che anno dopo anno tornano a farsi sentire con sempre più forza. Friedrich Nietzsche (Fred) diventa protagonista al pari di Zio Alberto che ha perso tutto al gioco delle carte (La ditta di acqua minerale), Silvia Camagni sta sullo stesso piano di Osama Bin Laden (Compound) e della madre di Mimì (Mia madre e la morte del gen. José Sanjurjo), e poi Emanuel Carnevali e l’amico Leo, da sempre i più attesi in sala (Il Primo Dio e Fuoco Fatuo).
Un tuffo in una memoria che non è più soltanto quella di Clementi ma che è diventata collettiva per l’intero pubblico dei Massimo Volume, tanto che a un certo punto, tra un pezzo e l’altro, dalla sala qualcuno urla “siete la giovinezza!” e Mimì risponde senza colpo ferire “ragazzo, io ti amo!”. Insomma, passano gli anni, ne passano anche tanti tra un disco e l’altro (“Il nuotatore” è arrivato a ben sei dal precedente “Aspettando i barbari” del 2013), ma continua a non mutare affatto la percezione del lavoro e dell’arte dei Massimo Volume.
S’è detto di come Pilia sia stato sostituito da Sara Ardizzoni: il compito della chitarrista non era affatto semplice, Pilia è stato con la sua muscolarità un’eccezionale spalla per le scorribande di Sommacal, ma l’Ardizzoni pare essersi inserita alla perfezione nei meccanismi della band, ritagliandosi ampi spazi e prestandosi a delle controvoci che contribuiscono a dare una rinfrescata ai pezzi. Un pezzo di storia che a ogni giro di ruota aggiunge un tassello seminale al songwriting italiano.
SETLIST: Litio – Una voce a Orlando – Dymaxion Song – Le nostre ore contate – Amica prudenza – Nostra Signora del caso – Fred – La ditta di acqua minerale – L’ultima notte del mondo – Silvia Camagni – Compound – Il nuotatore – Mia madre e la morte del gen. José Sanjurjo – Vedremo domani —ENCORE— La cena – Il Primo Dio – Qualcosa sulla vita – Fuoco Fatuo